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Al G7 del Giappone, Jokowi dice che gli indonesiani sono pronti a guidare la pace

Il presidente indonesiano Joko "Jokowi" Widodo ha annunciato nella riunione del vertice del G7 in Giappone ha annunciato che è pronto a diventare una forza trainante per la prosperità e la pace in Asia.


La crescita economica indonesiana continua a tenere un grande passo rispetto al mondo
Nel G7 Jokowi insiste sul ruolo di pace dell'Indonesia
Il Presidente ha detto che la pace, la sicurezza e la stabilità sono necessarie e devono essere creati e mantenuti, pertanto, i paesi dell' Asia dovrebbero essere consapevoli nel gestire correttamente i potenziali conflitti nel Mar Cinese Meridionale e la penisola coreana e trovare sempre soluzioni pacifiche.

Jokowi ha poi detto che i paesi emergenti stanno dimostrando la loro capacità nel promuovere la pace e la crescita economica in tutto il mondo, quindi questi paesi emergenti dovrebbero svolgere un ruolo più importante nella creazione di pace e prosperità sostenibile.

L'Indonesia chiede a tutti i paesi, senza eccezione, di rispettare il diritto internazionale e di non vedere l'Asia come una regione di conflitti o un'arena per lotte qui ogni giorno si cerca di risolvere i problemi senza crearne altri e chi risolve con l'uso della forza militare alimenta la violenza, l'estremismo, causando crisi umanitarie.

Nel 2014 sono stati spesi per la violenza armata US $ 14.3 miliardi di dollari ossia il 13,4 per cento del prodotto interno lordo globale (PIL).

Le regioni dell'Asia-Pacifico stanno diventando le più sicure nel mondo, con una crescita economica del 5,3 per cento, superiore alla crescita media globale, che è stimata intorno al 3,2 per cento, nell'ultimo trimestre del 2015, l'economia dell'Indonesia è cresciuta del 5,04 per cento.
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Papa Francesco lava i piedi a tre mussulmani

Papa Francesco ha lavato e baciato i piedi di musulmani, cristiani e profughi indù durante la celebrazione del Giovedì Santo e ha dichiarato che tutti sono figli dello stesso Dio.


Papa Francesco trova sempre il modo di farci riflettere
Il rito della lavanda dei piedi
Ha compiuto questo gesto come segno di benvenuto e di fratellanza in un momento dove crescono le tensioni e i sentimenti anti-musulmano dopo gli attacchi di Bruxelles.

Papa Francesco ha denunciato la strage come un "gesto di guerra" svolto da persone assetate di sangue in debito con l'industria delle armi nel corso della Settimana Santa durante la messa di Pasqua fatta con i richiedenti asilo politico in un rifugio a Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma.

Il Giovedì Santo ri-mette in scena il rituale della lavanda dei piedi, Gesù la compie verso i suoi apostoli prima di essere crocifisso, ed è pensato come un gesto di servizio.

Papa Francesco ha contrapposto questo gesto al "gesto di distruzione" effettuato dagli aggressori di Bruxelles, dicendo che volevano distruggere la fratellanza dell'umanità rappresentata dai migranti e ha detto: "Abbiamo culture e religioni diverse, ma noi tutti siamo fratelli e vogliamo vivere in pace".

Molti dei migranti hanno pianto quando Papa Francesco si è inginocchiato davanti a loro, versando l'acqua santa da una brocca di ottone sui loro piedi e li ha asciugati, puliti e baciati.

Papa Francesco è stato accolto con uno striscione di "Benvenuto" in diverse lingue alla fine della celebrazione li ha salutati, uno per uno, accettando anche di fare un selfie con loro.

Le regole vaticane volevano solo gli uomini per il rituale della lavanda dei piedi e papi del passato e molti sacerdoti hanno sempre scelto 12 uomini cattolici, ricordando i 12 apostoli di Gesù e consolidando la dottrina del sacerdozio maschile.

Papa Francesco ha scioccato molti cattolici poche settimane dopo la sua elezione nel 2013 eseguendo il rituale su donne e musulmani in un centro di detenzione minorile e dal mese di gennaio ha cambiato le regole per consentire in modo esplicito alle donne e alle ragazze a partecipare alla lavanda dei piedi.

Quattro donne e otto uomini hanno preso parte alla lavanda dei piedi, nelle donne c'era una cattolico italiano che lavora al centro e tre migranti eritree cristiane copte, tra gli uomini c'erano quattro cattolici della Nigeria, tre musulmani del Mali, Siria e Pakistan e un uomo indù dall'India.

Il messaggio di Papa Francesco, a conclusione di questa bella celebrazione è stato: "Tutti noi, insieme, i musulmani, gli Hindi, i cattolici, i copti, gli evangelici siamo fratelli r figli dello stesso Dio e vogliamo vivere in pace".
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Papa Francesco esorta i governi ad aiutare i migranti e a porre fine allo sfruttamento

In un momento carico di tensioni mondiali e di problemi, Papa Francesco dal Messico prega per le migliaia di migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti e fa appello ai governi ad aprire il cuore e i loro confini alla "umana tragedia di chi è costretto alla migrazione".


I migranti sono al centro dei discorsi fatti da Papa Francesco in Messico
Papa Francesco invita i governanti a farsi carico dei migranti
Papa Francesco ha implorato tutti a essere portatori di pace e ha detto: "Non più morte! Niente più sfruttamento!".

É stato un momento davvero toccante questo viaggio di cinque giorni di Papa Francesco in Messico e una delle immagini più potenti negli ultimi tempi: il primo papa latinoamericano della storia, che ha chiesto a tutti i paesi di accogliere le persone in fuga dalle persecuzioni, dalle guerre e dalla povertà, pregando al confine tra Messico e El Paso, in Texas, in un momento di impennata retorica anti-immigrati nella campagna presidenziale americana.

Papa Francesco chiama gli Stati Uniti ad aprire i suoi confini nel corso di una messa celebrata alla frontiera e nell'omelia ha chiesto a"cuore aperto" di fermare ogni forma di sfruttamento.

"Non possiamo negare la crisi umanitaria che negli ultimi anni ha significato la migrazione di migliaia di persone, sia in treno o in barca o a piedi, attraversando centinaia di chilometri per montagne, deserti e zone inospitali, sono i nostri fratelli e sorelle, che vengono e che il Signore ci dà e che nessuno di frontiera ci può impedire di condividere, prendiamoci a cuore tutti questi fratelli e sorelle che scappano dalla povertà e dalla violenza, dal traffico di droga e dalla criminalità organizzata".

Papa Francesco ha anche elogiato il lavoro degli attivisti che "sono in prima linea, spesso rischiando la propria vita" per aiutare coloro che sono coinvolti nella crisi migratoria, "per la loro stessa vita, sono profeti di misericordia".

Papa Francesco ha poi aggiunto un saluto alle 30.000 persone riunite al the Sun Bowl per vedere l'evento su schermi giganti.

"Grazie all'aiuto della tecnologia, siamo in grado di pregare, cantare e festeggiare insieme questo amore misericordioso e sentirci una famiglia unita e vicina".

Gli immigrati raccolti a El Paso hanno ringraziato Papa Francesco per queste parole e terminata la Messa è rientrato in Italia.

Il messaggio forte di Papa Francesco è la richiesta di uscire dalle trincee e di non chiudere noi stessi fuori.
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Taiwan infuriato: la Cina schiera missili a Woody Island

Da Taiwan hanno fatto sapere che la Cina ha posizionato diversi missili anti-aerei sulla contestata isola di Woody Island del Mar Cinese Meridionale, rivendicata anche da Taiwan e dal Vietnam e guardata da vicino da Washington.


Grandi tensioni nelle isole Paracel dopo che la Cina ha portato parecchi missili
Incontro a Pechino tra Cina e Australia
Il Ministero della Difesa Nazionale di Taiwan ha detto che la Cina ha schierato un numero imprecisato di missili su Woody Island nel gruppo delle isole di Paracel.

La mossa sarebbe seguita dagli sforzi della Cina per costruire nuove isole nel mare conteso accatastando sabbia in cima alle scogliere e aggiungendo una pista di atterraggio e delle installazioni militari.

Le parti interessate devono lavorare insieme per mantenere la pace e la stabilità nella regione del Mar Cinese Meridionale ad astenersi da qualsiasi misura unilaterale che potrebbe aumentare le tensioni.

La Fox News fa sapere che la Cina ha trasferito missili terra-aria a Paracel, identificandoli come due batterie di un sistema noto come HQ-9, insieme con gli array radar targeting, questi missili hanno una portata di circa 200 chilometri (125 miglia), che li rende una minaccia per tutte le forme di aerei civili e militari.

Taiwan e la Cina sostengono quasi tutto 3,5 milioni di chilometri quadrati (1,35 milioni di miglia quadrate) nel Mar Cinese Meridionale, tra cui la catena delle isole Paracel.

Il Vietnam e le Filippine sostengono gran parte del mare, mentre il Brunei e la Malesia hanno pretese più piccole.

Queste isole sono la sede di alcune delle più trafficate rotte marittime del mondo, l'oceano è ricca di pesca ci sono abbondanti riserve di petrolio e di gas naturale sotto il fondo marino.

Questa mossa della Cina rischia di scuotere il Vietnam a causa della sua vicinanza con le Paracel viste le continue tensioni marittime con la Cina che culminarono nel 2014 con una situazione di stallo dopo che la Cina aveva spostato una massiccia piattaforma petrolifera nelle acque contese.

Le mosse della Cina per far valere i propri diritti di sovranità nel Mar Cinese Meridionale dovrebbero essere discusse durante una visita del ministro degli Esteri australiano Julie Bishop a Pechino.

In un'intervista alle TV giapponese, il ministro australiano ha detto che l'Australia ha invitato tutte le parti a cessare i lavori di costruzione e militarizzazione delle isole, mentre il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hong Lei ha risposto dicendo che l'Australia dovrebbe adottare un "atteggiamento obiettivo e imparziale" verso le questioni del Mar Cinese Meridionale.
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Gli estremisti bloccano, a Yogyakarta, un evento interreligioso

Diverse minacce, da parte di un gruppo estremista, hanno fatto interrompere i piani di una comunità interreligiosa che aveva organizzato un evento che celebrava la nascita del profeta Maometto e di Gesù Cristo, con l'obiettivo di presentare un messaggio di pace da parte delle due figure.


Bloccato un evento interreligioso
L'evento di Pace riflessione, per commemorare la nascita del profeta Maometto, conosciuto localmente come Maulid e il Natale era stato organizzato dal gruppo giovani "Interfaith Peacemaker Community" (YIPC).

Questa celebrazione doveva tenersi nel centro islamico (PIRI) a Yogyakarta il 19 dicembre, ma Ibnu Ghulam Tufail ha fatto sapere di avere avuto minacce da un parte del gruppo radicale chiamato Foro popolare islamico (FUI).

Le minacce ricevute al PIRI hanno fatto ritirare il permesso per la comunità di utilizzare questo spazio e l'YIPC non ha annullato l'evento, ma attualmente è alla ricerca di una nuova sede per fare questa cerimonia.

Elga Sarapung, direttrice dell'Istituto per il dialogo interreligioso in Indonesia, si è rammaricata di questa insofferenza e ha detto che una tale interruzione, di questo evento, ha violato la Costituzione.

Il sindaco di Yogyakarta e i leader religiosi stanno ignorando questi segnali e intanto crescono gli atti di intolleranza.
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Arabia Saudita: lavoriamo insieme per unire le opposizioni siriane

L'Arabia Saudita ospiterà una conferenza, a metà dicembre, per cercare di unire le opposizioni siriana in vista di nuovi colloqui di pace.


Dopo il congresso di Vienna si vuole arrivare presto ad un governo di transizione in Siria
Staffan de Mistura in una conferenza stampa
L'inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura ha detto che bisogna intensificare gli sforzi per porre fine alla guerra civile in Siria che dura da quasi cinque anni e l'Ambasciatore saudita Abdallah Al-Moualimi ha risposto che il suo paese cercherà di portare questa riunione diverse fronde dell'opposizione per cercare una soluzione comune.

Sabato 14 novembre, i ministri degli esteri provenienti da circa 20 nazioni hanno concordato a Vienna un piano ancora incompleto, ma ambizioso che fissa una scadenza al 1 gennaio per l'inizio dei negoziati tra governo e gruppi di opposizione del presidente siriano Bashar Assad.

Nel giro di sei mesi, si vuole arrivare ad un governo di transizione "credibile" che dovrebbe pensare ad una nuova costituzione e arrivare alle elezione entro 18 mesi.

Ne i gruppi di governo, ne quelli delle opposizioni siriane erano presenti ai colloqui di Vienna, ma si sono riuniti i principali sostenitori stranieri di entrambe le parti e tutti hanno chiesto a gran voce un cessate il fuoco.

Speriamo si possa trovare presto una soluzione comune e ci auguriamo che queste scadenze vengano rispettate da tutti e torni a regnare la pace.
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Storico: I presidenti di Cina e Taiwan si stringono la mano

I leader di Taiwan e della Cina si sono stretti la mano oggi in uno storico incontro che segna il primo contatto di alto livello tra i nemici della guerra fredda, divisi dalla guerra civile 66 anni fa.


Si sono stretti la mano al Shangri-la Hotel a Singapore.
Xi Jinping e Ma Ying-jeou
Quando si sono divisi nel 1949, entrambe le parti aspiravano ad assorbire l'altro e il Partito comunista Cinese ha sempre insistito che Taiwan si mettesse insieme, mentre molti cittadini di Taiwan continuano a preferire lo status separato dell'isola che si sono ritagliati nel corso di sei decenni.

I due leader sperano di chiudere questa partita storica dando un contribuito alla pace ponendo fine a decenni di divisioni ed entrambi hanno sottolineato che qualsiasi accordo tra le parti sarà firmato pubblicamente.

Tre decenni di ostilità dopo la scissione del 1949, con diverse guerre scoppiate nello stretto di Taiwan, le tensioni si sono allentate dopo che la Cina ha avallato l'opzione di "unificazione pacifica" al fianco di minacce militari nel 1979, nel 1992 i rappresentanti dei due governi si sono incontrati a Singapore, per stabilire le basi per futuri negoziati, mentre nei successivi colloqui non si è risolto nulla.

Tutto ha cominciato a dare i suoi frutti dopo l'elezione di Ma Ying-jeou nel 2008, con conseguenti 23 accordi sul commercio e le questioni tecniche.

Ora questo incontro potrebbe segnare anche una apertura politica significante che porterebbe ad una nuova fase storica, staremo a vedere!!!
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Il Nuovo leader dei talebani afghani promette di continuare la guerra santa (jiad)

L'incertezza politica all'interno dei talebani ha messo in dubbio le prospettive per la fine della guerra in Afghanistan.


Mansoor cerca di tener unito il gruppo dei talebani
Il novo leader dei talebani, Mansoor
Il nuovo leader dei talebani ha promesso di continuare a combattere pur sollecitando l'unità tra i suoi seguaci in un messaggio volto a prevenire una scissione nel gruppo tra coloro che vogliono la pace e coloro che credono ancora di poter vincere.

Un messaggio audio, presumibilmente dal neoeletto leader talebano Mullah Akhtar Mohammad Mansoor, cerca con cura le parole giuste per calmare il dissenso interno e consolidare la sua base politica all'interno dei talebani, esortando i suoi combattenti a rimanere uniti e a continuare la jihad, o guerra santa, cercando di riportare uno stato islamico in Afghanistan.

Egli non approva e respinge i colloqui di pace nascenti con il governo afghano, Mansoor ha assunto il potere dei talebani dopo che il gruppo aveva confermato che il Mullah Omar era morto.

La prima priorità di Mansoor sembra essere quella di voler reprimere l'opposizione interna in particolare quella del figlio del mullah Omar Yacoob che ha pubblicamente respinto l'elezione di Mansoor, che si è tenuta nella città pakistana di Quetta.

Yacoob ha detto che la votazione si è svolta tra una piccola cricca di sostenitori di Mansoor e ha chiesto una rielezione che includa tutti i comandanti talebani, compresi coloro che combattono in Afghanistan.

Mansoor ha risposto dicendo che bisogna mantenere l'unità, il nostro nemico esulta nel vederci separati, abbiamo una grande responsabilità per noi nel portare avanti la jihad fino a quando riusciremo ad avere il nostro stato islamico.

Gli osservatori hanno detto che nei prossimi giorni si saprà se la nuova leadership sarà in grado di mantenere l'unità all'interno dei talebani placando i suoi combattenti e comandanti sul campo, infatti il gruppo estremista islamico rivale, controlla già circa un terzo di Siria e Iraq, con filiali in Egitto e Libia e ha stabilito un piccolo punto d'appoggio in Afghanistan e sta pian piano reclutando i combattenti talebani delusi.

Sotto la guida ombra di Mansoor, i talebani hanno partecipato ad una serie di incontri indiretti con rappresentanti del governo, i talebani hanno intensificato gli attacchi contro le forze di sicurezza afghane, espandendo la propria presenza nelle precedentemente pacifiche province settentrionali dopo che le truppe Nato e statunitensi hanno terminato la loro missione di combattimento e consegnato alle forze di sicurezza locali, alla fine dello scorso anno.

Sabato un gruppo di uomini armati talebani avevano circondato una stazione di polizia nella provincia meridionale di Uruzgan e hanno preso in ostaggio 70 agenti di polizia e il capo della polizia nel distretto di Khas Uruzgan ha detto che cinque agenti di polizia sono stati uccisi e quattro feriti gravemente.

Il figlio di Jalaluddin Sirajuddin è stato eletto deputato dei talebani di Mansoor, una mossa che tende ad assicurare un costante flusso di sostenitori ricchi del Haqqani e placare gli estremisti.

La rete Haqqani è considerata una delle più feroci organizzazioni militanti nel paese, responsabili di grandi attacchi ben pianificati che spesso hanno coinvolto un gran numero di attentatori suicidi e prodotto pesanti perdite.
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I sopravvissuti si riuniscono per ricordare Pearl Harbor

I sopravvissuti dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, che ha lanciato gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, hanno partecipato al 73° anniversario della commemorazione, con l'aiuto di stampelle, sedie a rotelle e scooter motorizzati.


I giapponesi inviarono aerei che eliminarono la maggior parte degli aerei e delle navi americane con tantissimi morti
7 dicembre 1941: strage di Pearl Arbor
Circa 100 sopravvissuti hanno partecipato alla cerimonia in ricordo di Pearl Harbor e tutti con gli occhi lucidi hanno ricordano ancora i tanti morti di quel 7 dicembre 1941.

Gilbert Meyer oggi novantunenne dice di voler partecipare a quaesta commemorazione anche se ogni anno che passa diventa sempre più difficile fare il viaggio alle Hawaii da San Antonio in Texas, ma finchè saró vivo cercheró di farlo.

Sono ancora 2.000 sopravvissuti che ricordano quel momento doloroso quando la marina giapponese insegreto invió gli aerei giapponesi colpirono poco prima delle 08:00 di quel 7 dicembre 1941.

In breve tempo cinque delle otto navi da guerra a Pearl Harbor furono affondate o affondate, con il resto danneggiato e diverse altre navi e la maggior parte degli aerei da combattimento che erano presenti nella base delle Hawaii vennero eliminati e oltre 2.400 americani persero la vita.
Sono stati ricordati anche i Vigili del Fuoco di Honolulu, che hanno inviato tempestivamente aiuto per rispondere all'allarme delle 8:05 e senza saperlo, si sono trovati in piena guerra e tre di loro persero la vita e altri sei riportarono gravi ferite.

La cerimonia è stata caratterizzato da una preghiera di pace giapponese e una benedizione hawaiana e un momento di silenzio alle 07:55.

Speriamo che il mondo impari, anche da queste celebrazioni, a risolvere le questioni con la pace e non con la guerra.
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Le donne afgane escluse dai colloqui di pace

In Afganistan: le donne afghane, continuano ad essere escluse dai negoziati di pace e i colloqui formali che si stanno facendo per il futuro del paese.


L'Oxfam fa presente che se le donne non siederanno ai tavoli di pace l'Occidente potrebbe terminare gli aiuti che sta facendo per l'integrazione delle donne
Le donne afgane vogliono sedersi ai tavoli di pace
Oxfam che è una confederazione fatta da 17 organizzazioni non governative che operano in 100 paesi nel mondo per trovare le soluzioni al disagio, alla povertà e all'ingiustizia hanno detto che questa discriminazione non porta alla pace e se non si cabierà rotta avremo solo la caduta dei talebani, ma senza aver risolto nulla, solo usato le armi contro altre persone per far vedere la propria forza.

In totale sono stati 23 i colloqui di pace fatti tra talebani, il governo afghano e la comunità internazionale dal 2005, ma nessuna donna afghana era presente durante queste negoziazioni, eppure si parlava di parità, di diritti, di democrazia, di voglia di cambiare.

Oxfam ripete che se si continua a lasciar fuori le donne dal processo di pace e di sviluppo, i sostenitori occidentali dell'Afghanistan, che in 13 anni hanno sostenuto queste donne nella lotta all'uguaglianza, si ribelleranno e si faranno sentire nelle sedi internazionali.

La comunità internazionale ha utilizzato i diritti delle donne per contribuire a giustificare la propria presenza in Afghanistan, ma visto quello che sta succedendo penso si debba rivedere questa posizione, fino ad ora sono stati investiti più di US $ 100 miliardi in aiuto e sarebbe una vera tragedia se decidessere di chiudere i fondi e fermare il sostegno, cosa accadrebbe?

Oxfam conclude dicendo di essere preoccupato del fatto che un accordo di pace sostenibile, non sarà possibile se alle donne viene negata la partecipazione attiva nei negoziati, infatti ora le donne, anche qui, stanno lavorando come medici, capi di polizia, membri del parlamento e insegnanti, quindi non fermiamoci nel coinvolgerle attivamente nel cammino di pace, avranno le idee giuste.
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Otto morti in Pakistan: sospetto drone Usa

Il presidente americano ontinua a chiedere e a parlare di pace in tutte le nazioni e poi si continua a dare il permesso di lanciare missili e bombe e a sparare su tutto e tutti, proclamandosi il difensore del mondo. 

Droni americani sparano missili
Adesso basta!

Alcune fonti, anche oggi,  riportano a carattere cubitale l’ennesimo attacco dei droni amenricani, che colpiscono con missili diverse città, affermando di dover colpire diversi terroristi, presenti in quei luoghi bombardati e allora si fa il conto di altri 8 morti e il ferimento di un numero imprecisato di altre persone nella regione tribale del Nord Waziristan in Pakistan e si inizia a pensare che i veri terroristi sono coloro che si lavano la faccia con la pace
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