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Attentato suicida in uno stadio in Iraq

Fonti governative hanno fatto sapere che un kamikaze si è fatto esplodere in uno stadio di calcio, a sud della capitale irachena, uccidendo 29 persone e ferendone almeno 60.


In uno stadio vicino alla capitale Baghdad, un kamikaze ha ucciso 29 persone
Attentato suicida in uno stadio in Iraq
Questo ennesimo gesto folle ha avuto luogo durante una partita, nel piccolo stadio della città di Iskanderiyah, 30 miglia (50 chilometri) da Baghdad i funzionari governativi hanno confermato il bilancio delle vittime, senza rilasciare altre informazioni alla stampa.

Il gruppo dello Stato islamico IS ha rivendicato l'attacco tramite un comunicato pubblicato on-line l'IS sta conducendo una campagna di attentati suicidi dentro e intorno alla capitale mentre le forze irachene e i loro alleati combattono i militanti nel nord e ovest del paese.

Il bombardamento è avvenuto dopo che le truppe irachene e i combattenti tribali sunniti avevano riconquistarono la città di Kubeisa nella provincia di Anbar occidentale dal gruppo Stato islamico IS e un giorno prima, i combattenti dell'IS erano stati spinti via da una serie di villaggi in provincia di Ninive a nord dell'Iraq grazie agli attacchi aerei della coalizione.

La coalizione, guidata dagli Stati Uniti, ha stimato che è aveva perso il 40 per cento del territorio in Iraq e circa il 20 per cento in Siria.
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Accettata la tregua da parte del governo siriano

Il governo siriano ha accettato ieri 23 febbraio 2016 la proposta degli Stati Uniti e della Russia di cessare il fuoco entro questa settimana, ma la Siria si è riservata il diritto di rispondere a eventuali violazioni di questo armistizio.



Non sappiano se questa tregua potrà durare, ma l'importante è provarci
Il governo siriano ha accettato il cessate il fuoco
Il gruppo di opposizione e dei ribelli principali hanno approvato l'accordo, ma hanno dettato le loro condizioni.

Pur accettando la tregua proposta, il ministero degli Esteri siriano ha detto che le sue operazioni continueranno contro l'IS e il Fronte Nusra e "altri gruppi terroristici" e hanno inoltre sottolineato il diritto delle sue forze armate a fare ritorsioni contro qualsiasi violazione verrà effettuata da questi gruppi.

Il ministro Ali Haidar ha detto che il governo rispetterà il cessate il fuoco in linea di principio, anche se non potrà "parlare a nome dei gruppi armati".

Il governo siriano si impegna a terminare il suo assedio nelle 18 aree controllate dai ribelli, rilasciando i detenuti e cessando i bombardamenti aerei e di artiglieria.

Tuttavia, Talal Sillo, un portavoce delle Forze Democratiche della Siria prevalentemente curda, ha detto che il suo gruppo non potrà rispettare la tregua, perché sta combattendo contro il gruppo Stato islamico nel nord della Siria.

Il Segretario di Stato degli Usa, John Kerry ha detto che non può garantire il successo di questo accordo, ma è il miglior percorso, che finora abbiamo fatto, per cercare di porre fine a questo bagno di sangue.

L'esercito russo ha detto che ha istituito un centro di coordinamento per contribuire a far rispettare il cessate il fuoco, il centro si trova nella base aerea di Hemeimeem in Siria ed ospita gli aerei militari russi.

Alcuni siriani nella città settentrionale di Qamishli hanno espresso il loro scetticismo verso questa tregua dicendo che: "Se la comunità internazionale voleva fermare questo spargimento di sangue con uccisioni e bombardamenti l'avrebbe potuto fare tre o quattro anni fa".

Intanto un nuovo convoglio di aiuti umanitari con 44 camion è entrato nel sobborgo di Damasco consegnando cibo e medicine sotto la supervisione della Mezzaluna Rossa Araba Siriana e le Nazioni Unite.

L'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ha confermato la consegna e il portavoce Jens Laerke ha detto che le spedizioni servivano per aiutare circa 20.000 persone in Moadamiya e altri 10.000 a Kfar Batna.

"Questa è una situazione critica in questo momento e milioni di persone hanno bisogno".
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La vendetta della Russia contro la Turchia

La Russia inizia a vendicarsi contro la Turchia per l'abbattimento dell'aereo da guerra imponendo sanzioni, tagliando i legami economici e lo scioglimento dei grandi progetti di investimento.


Un grave danno economico e turistico
La Russia si sta vendicando contro la Turchia
Dal momento che l'aereo è stato abbattuto al confine tra Siria e Turchia, la Russia ha già ristretto il turismo, bloccando camion turchi al confine e confiscando grandi quantità di importazioni di prodotti alimentari turchi.

Il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha ordinato al suo governo di redigere anche sanzioni contro la Turchia entro due giorni in risposta a quello che ha descritto come "un atto di aggressione contro il paese russo".

Le sanzioni includeranno "restrizioni e divieti di strutture economiche turche che operano in territorio russo, restrizioni e divieti di consegne di prodotti, anche alimentari", ed eliminare i turchi dal lavoro e dai servizi.

La Russia è la più grande destinazione per le esportazioni della Turchia e i due paesi avevano iniziato una collaborazione per un nuovo gasdotto e ogni anno il commercio di prodotti alimentari, con il turismo, arricchiscono le casse turche.

Nel mese di settembre, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato il suo omologo russo Vladimir Putin e ha previsto una triplicazione del commercio bilaterale a $ 100 miliardi nei prossimi otto anni.

In Crimea, il vice primo ministro Ruslan Balbek detto fatto sapere che 30 progetti di investimento turchi per un valore complessivo $ 500,000,000 sono stati congelati.

Nella regione meridionale di Krasnodar, la televisione locale ha riferito che 39 delegati turchi ad una mostra agricola sono stati deportati per le violazioni del visto.

Lo scontro crescente potrebbe aggravare le difficoltà economiche dei due paesi, l'economia della Russia potrebbe ridursi del 3,8 per cento quest'anno, mentre la valuta turca è scesa di valore.

Ecco uno sguardo a quello che c'è in gioco:

L'ENERGIA
Uno dei progetti di energia di punta della Russia è il gasdotto turco che permetterebbe alla Russia di esportare gas verso l'Unione europea attraverso la Turchia e ridurre la sua dipendenza da transito attraverso l'Ucraina.

IL TURISMO
Le località balneari turche sono una grande attrazione per i russi, ma il ministero degli Esteri russo ha avvisato tutte le agenzie turistiche di vendere tour in Turchia e ha messo restrizioni per i voli dalla Russia alla Turchia, negli ultimi mesi, ha smettere di far volare anche per l'Ucraina e l'Egitto.

Quasi 4,5 milioni di russi hanno visitato la Turchia lo scorso anno, la fine dei tour verso i paesi turchi potrebbe costare alla Turchia diversi miliardi di dollari all'anno.

IL CIBO
Da martedì, c'è stata una raffica di restrizioni russe sulla cucina turca considerata pericolosa e
l'agenzia per la sicurezza dei consumatori ha confiscato più di 800 chilogrammi di cibo turco per il "mancato rispetto dei requisiti di qualità e di sicurezza e l'abbigliamento, i mobili e i prodotti per la pulizia sono ritenuti insoddisfacenti, sei spedizioni di carne di pollo turco per un totale di 162 tonnellate sono state bloccate alla frontiera nei pressi di Kaliningrad per problemi con la documentazione.

In passato, le autorità per la sicurezza alimentare russe sono state spesso accusate di bloccare selettivamente le importazioni provenienti da vari paesi per motivi politici.

Le restrizioni alle importazioni hanno portato a forti aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari in Russia.

LA RESTRIZIONI DI CONFINE
Le autorità russe hanno cominciato a bloccare tutti i veicoli con targhe turche ai valici di frontiera con la nazione del Caucaso e della Georgia.

Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha insistito che non vi è alcun divieto di merci turche, ma ha detto ai funzionari doganali di ispezionare accuratamente ogni singolo pezzo e di sequestrare tutto quello che viene ritenuto sospetto e non idoneo.
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Il Primo ministro australiano chiede a Russia e Turchia di usare la moderazione

Il Primo ministro australiano Malcolm Turnbull ha esortato la Russia e la Turchia a dar prova di moderazione a seguito dell'abbattimento del jet da combattimento russo, vicino al confine tra la Siria e la Turchia.


La Russia sfida la Turchia e dice che deve pagare a caro prezzo l'abbattimento del caccia da guerra
La nave da guerra russa di nome Yamal
La Turchia ha abbattuto un aereo da caccia russo e i turchi si difendono dicendo che stava attraversando, senza permesso, il suo territorio e uno dei due piloti risulta essere stato ucciso.

La Russia risponde dicendo che il jet è stato abbattuto in Siria e ha messo in guardia la Turchia sulle gravi conseguenze a cui va incontro.

Il primo ministro Malcolm Turnbull dice che questo fatto sta creando non pochi problemi e invita la Turchia e la Russia a dar prova di moderazione nei confronti di questo incidente.

L'Australia sta combattendo con l'unione usando gli F/A-18A Hornet contro obiettivi strategici per porre fine all'ISIS e lo fa in Iraq e in Siria come parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti.

Malcolm Turnbull dice che c'era un memorandum d'intesa tra le forze della coalizione e i russi per evitare questi incidenti, come quello che abbiamo appena visto.

"Tutti stiamo facendo del nostro meglio per non sbagliare e difendere la sicurezza del nostro personale, ma è essenziale sapere che cerchiamo sempre di andare oltre i singoli sbagli e puntiamo senza disperderci al nostro obiettivo comune".
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Arabia Saudita: lavoriamo insieme per unire le opposizioni siriane

L'Arabia Saudita ospiterà una conferenza, a metà dicembre, per cercare di unire le opposizioni siriana in vista di nuovi colloqui di pace.


Dopo il congresso di Vienna si vuole arrivare presto ad un governo di transizione in Siria
Staffan de Mistura in una conferenza stampa
L'inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura ha detto che bisogna intensificare gli sforzi per porre fine alla guerra civile in Siria che dura da quasi cinque anni e l'Ambasciatore saudita Abdallah Al-Moualimi ha risposto che il suo paese cercherà di portare questa riunione diverse fronde dell'opposizione per cercare una soluzione comune.

Sabato 14 novembre, i ministri degli esteri provenienti da circa 20 nazioni hanno concordato a Vienna un piano ancora incompleto, ma ambizioso che fissa una scadenza al 1 gennaio per l'inizio dei negoziati tra governo e gruppi di opposizione del presidente siriano Bashar Assad.

Nel giro di sei mesi, si vuole arrivare ad un governo di transizione "credibile" che dovrebbe pensare ad una nuova costituzione e arrivare alle elezione entro 18 mesi.

Ne i gruppi di governo, ne quelli delle opposizioni siriane erano presenti ai colloqui di Vienna, ma si sono riuniti i principali sostenitori stranieri di entrambe le parti e tutti hanno chiesto a gran voce un cessate il fuoco.

Speriamo si possa trovare presto una soluzione comune e ci auguriamo che queste scadenze vengano rispettate da tutti e torni a regnare la pace.
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Vertice di Vienna: alle stragi, si deve rispondere insieme, in modo concreto

La Siria è un terreno fertile per il terrorismo e la riunione dei ministri degli esteri tenutasi a Vienna, collega questi attacchi devastanti a Parigi, con le turbolenze in Medio Oriente.


Il Segretario di Stato americano John Kerry nei colloqui con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in un hotel a Vienna
John Kerry e Sergev Lavrov a Vienna
Il Segretario di Stato Usa, John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov hanno condannato questi attacchi all'inizio della riunione con i rappresentanti di alto livello dell'Iran, dell'Arabia Saudita e di altri paesi cercando di trovare una linea comune che ponga fine alla guerra che dura da più di quattro anni.

L’obiettivo comune è quello di trovare un compromesso, che renda possibile in Siria una tregua tra il governo di Bashar Al Assad e l’opposizione armata moderata, formando un esecutivo di transizione composto in modo consensuale da entrambe le parti.

Questo governo dovrebbe avere pieni poteri e lottare contro i terroristi e i militari dello Stato islamico e di Jabha An Nusra, ma sono due i grandi ostacoli da superare:
- Il futuro di Bashar Al Assad.
- I gruppi terroristici in Siria, esclusi dalla tregua e dal governo di transizione.

Questi ostacoli oppongono da un lato gli occidentali e le monarchie del Golfo e dall’altro l'Iran e la Russia.

Tutti sono concordi che bisogna fare alla svelta in quanto più di 250.000 persone sono state uccise nella guerra siriana, undici milioni sono state sradicate dalle loro case e questo conflitto ha permesso ai militanti islamici dello Stato di ritagliarsi parti significative di Siria e Iraq per le loro aspirazioni al califfato.

L'Europa e i paesi vicini della Siria, nel frattempo, stanno lottando per far fronte alla peggiore crisi migrante dalla seconda guerra mondiale.

Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, ha detto nel suo intervento, che gli attacchi a Parigi hanno reso urgente, per la comunità internazionale, trovare un approccio comune in Siria e contro il terrorismo.
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Il Giappone piange la morte del giornalista Kenji Goto ucciso dagli estremisti in Siria

Il giornalista Kenji Goto è colui che ha raccontato al mondo dello tsunami in Giappone nord-orientale, del conflitto in Sierra Leone ed è sempre stato attento a raccontare la storia dei bambini e dei poveri che si trovano a vivere esperienze tragiche. 


Kenji Goto un giornalista sincero e onesto
La notizia della sua uccisione, in un video presumibilmente fatto dai militanti islamici, ha lasciato nello sgomento tutti i Giapponesi che avevano pregato e sperato nel suo rilascio.

Kenji Goto in una delle sue ultime interviste diceva: "Voglio coccolare tutte le persone che soffrono, perchè le loro storie, il loro dolore mi toccano il cuore e io voglio scrivere i loro racconti per non fargli perdere la speranza".

Kenji Goto era un uomo con il codino dalla risata spensierata, era un giornalista freelance di vecchia data, lavorava spesso con registi e produttori televisivi giapponesi e i suoi commenti hanno fatto il giro del mondo e ha scritto un libro nel 2005 raccontando la sofferenza dei bambini in Sierra Leone e l'ha intitolato "Vogliamo la pace, non i diamanti".

Kenji Goto aveva sempre sottolineato che non era un reporter di guerra ma un giornalista della gente, che raccontava la storia delle persone normali, che avevavo la sfortuna di abitare in zone di guerra e nella sua vita ha girato nei campi profughi e negli orfanotrofi e ha descrritto le violenze che i piccoli subiscono, ha parlato della fame nel mondo e degli incubi della guerra.

La gente giapponese ha capito tutto questo e ha risposto con una manifestazione a sostegno della sua liberazione, anche perchè il suo lavoro vive nei cuori di molte persone e il suo sorriso è stampato nella gente che ha aiutato, migliaia di firme sono state raccolte e tante persone si sono riuniti davanti all'ufficio del primo ministro, alzando cartelli che dicevano: "Free Kenji" e "Io sono Kenji".

Goto era andato in Siria alla fine dell'anno scorso per cercare di salvare l'altro ostaggio giapponese, Haruna Yukawa, di 42 anni, ma entrambi sono stati brutalmente uccisi le ultime parole che ha pronunciato di fronte alle telecamere dei militanti islamici sono state: "Non importa cosa succede a me, io amerò sempre il popolo della Siria".
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