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I 10 posti meravigliosi per fare diving in Asia

Per gli amanti dello snorkeling e del diving vogliamo fare una raccolta dei 10 siti più belli, in Asia, dove fare le immersioni e che noi consideriamo i paradisi dei subacquei.


In Indonesia sono centinaia i psoti per i subacquei
L'isola di Labobo nelle Banggai, Central Sulawesi
Quattro su dieci, di queste località, si trovano in Indonesia e vale a dire Derawan nell'East Kalimantan, Raja Ampat in Papua occidentale, l' Isola di Komodo a East Nusa Tenggara e Tulamben in Bali.

Gli altri sei posti sono Sipadan in Malesia, le Isole Similan in Thailandia, Mergui in Myanmar, le isole Andamane in India, le Isole Kerama in Giappone e Tubbataha Reef Marine National Park nelle Filippine.

Al di fuori della punta nord-occidentale della provincia occidentale di Papua, in Indonesia, le isole di Raja Ampat hanno la più alta diversità registrata di pesci e coralli esistenti sulla Terra con 537 specie di coralli e 1.074 specie di pesci.

A tutte queste mete si possono anche aggiungere altre importanti destinazioni: Wakatobi nel South East Sulawesi, le isole Banggai nel Central Sulawesi, Morotai nel North Maluku, Maluku Banda, Bunaken, Lembeh, Bangka e Gangga nel Nord Sulawesi, Gili a Lombok, Karimunjawa in Central Java, Anambas nelle Isole Riau, Mandeh in West Sumatra, Belitung in Bangka Belitung, Tanjung Lesung a Banten ma questo elenco potrebbe ancora continuare.

Sono centinaia i punti di immersione in tutta l'Indonesia e la gente è fiduciosa che il turismo subacqueo possa continuare ad esserci per apprezzare e visitare questi incantevoli luoghi e a postare le innumerevoli meraviglie che i fondali dell'Asia ci regalano ogni giorno e ogni attimo.

Vi segnalo questo sito se volete vedere diversi posti dell'Indonesia basta cliccare qui
oppure potete contattarmi personalmente all'indirizzo email viaggiinindonesia@gmail.com se poi volete una macchina con l'autista per gustarvi e vedere i posti più belli del Sulawesi dove io vivo già da parecchi anni siete i benvenuti.
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La compagnia Cruise vuole offrire altre mete indonesiane per le sue crociere di lusso

L'arcipelago indonesiano, sede di una natura mozzafiato con fondali da favola e una cultura diversificata, funge da sempre come una delle migliori destinazioni del mondo per il turismo da crociera.


Sono parecchi i turisti interessati a crociere in Indonesia, ma i porti vanno attrezzati
Nave da crociera nelle acque indonesiane
Una compagnia per le crociere di lusso, Princess Cruises, prevede di offrire viaggi a Bali, Lombok, Komodo Island, Makassar, Semarang e Probolinggo tra il 2017 e il 2018.

Secondo il direttore della regione sud-orientale dell'azienda, Farriek Tawfik, ci sono ancora molte aree in Indonesia che possono essere esplorate come destinazioni turistiche di crociera.

Sulla base delle informazioni dell'associazione internazionale Cruise Line dell'ultimo anno, l'Indonesia ha il numero più basso di porti marittimi in Asia con solo 172.

Il primo è il Giappone con 1.526 porti marittimi, seguiti da Cina (850), Corea del Sud (745), Vietnam ( 466), Malesia (422), Singapore (391), Thailandia (291), Taiwan (234) e Hong Kong (185).

L'Indonesia non è solo Bali e l'Isola degli Dei rimane la destinazione più popolare dell'arcipelago con 20 visite di crociera di Princess Cruises.

Il vero problema dell'Indonesia è che non tutte le mete turistiche potenziali per le crociere hanno infrastrutture adeguate, per diventare un porto di parcheggio, una città non solo deve preparare un porto adeguato, ma anche altri servizi che possono ospitare i passeggeri, come il trasporto per portarli ad attrazioni turistiche e guide straniere formate per l'accoglienza e che sappiano comunicare in modo adeguato.

Farriek è fiducioso che l'azienda possa attirare più di 60.000 turisti stranieri in Indonesia tra il 2017 e il 2018.

La maggior parte dei turisti che preferiscono le navi da crociera per esplorare le bellezze indonesiane sono quelli degli Stati Uniti, del Regno Unito, dell'Australia, del Giappone e della Cina.
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Gli sprechi aumentano, ma la fame nel mondo continua

Secondo l'Indice Globale della Fame, la Cina si trova al ventinovesimo posto su 118 paesi in via di sviluppo, per il più basso livello nel ridurre la fame nel proprio paese.


Una classifica stilata in America ci mette di fronte a dati ancora sconcertanti
Un bambino soffre la fame
Molti altri paesi asiatici si distinguono per il loro scarso rendimento nel ridurre il tasso globale della fame e oltre alla Cina ci sono la Malaysia e la Thailandia che hanno molte persone che soffrono la fame e una alta mortalità infantile.

La Malesia si è classificata al quarantaquattresimo posto mentre la Thailandia al cinquantunesimo in questa graduatoria che viene compilata dalla Food Policy Research Institute International, un centro di ricerca che sede a Washington-DC e collabora con la Welthungerhilfe della Germania.

Questa classifica viene stilata tenendo presente tre aspetti importanti:
1. La percentuale di persone che sono denutriti. 
2. La percentuale dei bambini, sotto i cinque anni, che sono sottopeso. 
3. Il tasso di mortalità infantile.

Il Pakistan e l'India sono i paesi che soffrono maggiormente la fame con diverse regioni e altre che non hanno di che vivere.

Il Laos, il Bangladesh e lo Sri Lanka sono riusciti a rispondere ai bisogni della loro gente mentre rimane ancora molto da fare per il Myanmar, il Nepal e l'Indonesia.

Se la fame continua a diminuire in tutto il mondo, circa 45 paesi, tra cui l'India e il Pakistan continuano a rimanere lontano dagli obiettivi delle Nazioni Unite che pensavano di sconfiggere la fame entro la fine di quest'anno.

Nel complesso l'Asia del Sud, dopo l'Africa sub-sahariana rimangono le regioni più affamate e tutto il mondo deve cercare di rispondere al perchè ogni giorno, ancora nel 2016, si muore di fame mentre c'è chi si permette di sprecare e buttare.
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Al G7 del Giappone, Jokowi dice che gli indonesiani sono pronti a guidare la pace

Il presidente indonesiano Joko "Jokowi" Widodo ha annunciato nella riunione del vertice del G7 in Giappone ha annunciato che è pronto a diventare una forza trainante per la prosperità e la pace in Asia.


La crescita economica indonesiana continua a tenere un grande passo rispetto al mondo
Nel G7 Jokowi insiste sul ruolo di pace dell'Indonesia
Il Presidente ha detto che la pace, la sicurezza e la stabilità sono necessarie e devono essere creati e mantenuti, pertanto, i paesi dell' Asia dovrebbero essere consapevoli nel gestire correttamente i potenziali conflitti nel Mar Cinese Meridionale e la penisola coreana e trovare sempre soluzioni pacifiche.

Jokowi ha poi detto che i paesi emergenti stanno dimostrando la loro capacità nel promuovere la pace e la crescita economica in tutto il mondo, quindi questi paesi emergenti dovrebbero svolgere un ruolo più importante nella creazione di pace e prosperità sostenibile.

L'Indonesia chiede a tutti i paesi, senza eccezione, di rispettare il diritto internazionale e di non vedere l'Asia come una regione di conflitti o un'arena per lotte qui ogni giorno si cerca di risolvere i problemi senza crearne altri e chi risolve con l'uso della forza militare alimenta la violenza, l'estremismo, causando crisi umanitarie.

Nel 2014 sono stati spesi per la violenza armata US $ 14.3 miliardi di dollari ossia il 13,4 per cento del prodotto interno lordo globale (PIL).

Le regioni dell'Asia-Pacifico stanno diventando le più sicure nel mondo, con una crescita economica del 5,3 per cento, superiore alla crescita media globale, che è stimata intorno al 3,2 per cento, nell'ultimo trimestre del 2015, l'economia dell'Indonesia è cresciuta del 5,04 per cento.
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I nostri bambini tra fame e guerra

Sogno un mondo felice e pacifico, pieno di benevolenza e dove tutta l'umanità si da una mano e non lascia mancare a nessuno un letto, un pezzo di pane e dell'acqua.


Dobbiamo lottare per fare in modo che i bambini si riprendano la loro vita e il loro futuro
Difesa e protezione dei bambini
I bambini sono quelli che soffrono di più di questi problemi e un futuro promettente è possibile solo attraverso un loro sano sviluppo fisico, mentale e sociale, circa due milioni di bambini muoiono di fame e di malattie dovute alla sporcizia.

Ci sono 600 milioni di bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà, milioni di bambini, che non hanno accesso all'acqua potabile e pulita e più di un miliardo vivono nelle regioni colpite dalla guerra.

10 milioni di bambini sono stati uccisi nelle guerre, molti di più sono stati rapiti, schiavizzati, esposti a tortura, orfani, lasciati da soli nei campi profughi sono sottoposti a violenze e abusi e molti bambini sono stati costretti ad unirsi a bande o all'esercito, negli ultimi 10 anni.

Dove sono finiti gli Stati che hanno a cuore i diritti fondamentali dei bambini, compreso il diritto alla vita, alla salute, all'istruzione e all'alloggio?

Leila Zerrougui, rappresentante speciale delle Nazioni Unite ha sottolineato che i bambini sono danneggiati da questi atti di violenza specialmente in Africa, in Asia e in particolare nel Medio Oriente:
"I bambini sono stati colpiti in modo sproporzionato, sfollati, costretti a prostituirsi e spesso hanno subito atti di violenza fisica e mentale; quando mi immagino il futuro per loro, non vedo nulla."

250 milioni di bambini in tutto il mondo sono fare costretti a pensati lavori, senza aver la fortuna di avere un'istruzione, dei servizi sanitari, costretti o obbligati a lavorare in condizioni spaventose, dannose per lo sviluppo del bambino fisico, mentale, educativo, morale o sociale, violando tutti gli standard internazionali.

Il matrimonio precoce è un altro problema che richiede una soluzione immediata, quattordici milioni di bambine sono costrette a sposarsi ogni anno.

I diritti dei bambini sono stati gravemente violati, per vari motivi, l'aumento dell'immigrazione, la crisi economiche, l'aumento della povertà e della disoccupazione, la rapida urbanizzazione, un numero elevato di bambini e di popolazione giovanile, le guerre, il terrorismo e la violenza domestica.

Serve una risposta immediata e concreta, i bambini vogliono tornare a fare i bambini.
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Interesse al nucleare, nonostante il disastro di Fukushima

Nonostante il disastro nucleare di Fukushima che ha devastato il Giappone nord-orientale nel 2011, l'interesse per l'energia nucleare è aumentato in modo significativo, soprattutto in Asia.


Le centrali Nucleari vanno messe in sicurezza, ma sono importanti
Il disastro della centrale di Fukushima
Il capo dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica, Yukiya Amano, ha detto che l'appetito per il nucleare è cresciuto in Asia a causa della necessità di alimentare le economie vivaci della regione e la domanda di energia relativamente pulita in mezzo a preoccupazioni per i cambiamenti climatici.

A livello globale, almeno 30 paesi in via di sviluppo stanno considerando l'uso dell'energia nucleare, aggiungendo che oltre 440 centrali nucleari operano attualmente in tutto il mondo.

Dopo l'incidente di Fukushima Dai-chi, alcuni credevano che il nucleare avesse finito di esistere, invece le centrali nucleari o l'uso di energia nucleare sta aumentando in modo significativo.

I crolli della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi nel nord-est del Giappone a seguito di un terremoto e dello tsunami ha fatto sfollare più di 100.000 persone a causa delle contaminazioni radioattive e ha stimolato un dibattito nazionale sulla dipendenza di risorse scarse del Giappone sul nucleare.

L'impianto non era ben preparata ad affrontare i gravi pericoli naturali e dopo la catastrofe, Yukiya Amano ha visitato gli impianti nucleari in diversi paesi e ha visto che sono state introdotte notevoli garanzie, dopo Fukushima, si sono fatti molti miglioramenti.

Ogni governo, deve decidere se abbracciare l'energia nucleare per la produzione di energia in base a diversi fattori, tra cui la disponibilità di altre opzioni, come l'energia idroelettrica.

Il Giappone continua ad impegnarsi per l'energia nucleare, nonostante i crolli di Fukushima, solo due dei 43 reattori funzionanti del paese sono attualmente in linea, gli altri restano chiusi per i controlli di sicurezza, ma il governo li vuole riavviare prima possibile.

Nel frattempo, è necessario per garantire la sicurezza delle centrali nucleari e dei materiali in mezzo alle minacce terroristiche, infatti se i materiali nucleari cadano nelle mani dei terroristi, possono essere usati per le bombe sporche e può causare il panico, i terroristi si rivolgono sempre all'anello più debole, quindi abbiamo bisogno di farci trovare preparati per affrontare la sicurezza nucleare.
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Asia e Pacifico partecipano ad un incontro a Wakatobi

176 dirigenti locali provenienti dalle regioni dell'Asia e del Pacifico hanno in programma di partecipare ad un incontro che si terrà a Wakatobi, Sulawesi Sudorientale, il 5 settembre.


I 176 leader vogliono trovare una linea comune
176 leader si trovano a Wakatobi
Wakatobi si trova nella reggenza di Hugua ed è confermata la presenza di tutti i leader già a Kendari domani 3 settembre.

I 176 dirigenti locali, provenienti da vari paesi delle regioni dell'Asia e del Pacifico hanno confermato la loro presenza alla manifestazione internazionale.

Tra i leader locali che hanno confermato la loro partecipazione, ci sono il ​​sindaco di Guangzhou in Cina, il governatore di Jeju in Corea del Sud e il sindaco di Hamamatsu in Giappone e in più si nota la presenza del presidente della UCLG-ASPAC, Won Hee-Ryong e alti funzionari dei ministeri, delle Nazioni Unite (ONU), diversi funzionari dell'UNESCO ed esperti provenienti da vari istituti che hanno a cuore l'istruzione, i diritti e la salvaguardia dell'ambiente.

L'UCLG-ASPAC è un'organizzazione dei governi locali della regione Asia-Pacifico, che tiene regolarmente una riunione per discutere problemi comuni in tutti i settori, come le questioni ambientali e gli sforzi congiunti per migliorare il benessere dei propri popoli.

Nel corso della riunione, i leader locali presenteranno i vari problemi della propria terra e i tre punti chiave che verranno discussi nel corso dell'incontro sono: la creazione di una società con basse emissioni di carbonio, il buon governo e lo sviluppo urbano sostenibile.

I risultati delle discussioni su questi tre punti porteranno alla formulazione di un impegno comune, chiamato la Dichiarazione di Wakatobi.
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America Latina e Asia si incontrano in Costa Rica per parlare di cooperazione

I ministri degli esteri con i propri delegati, provenienti da decine di paesi dell'America Latina e dell'Asia orientale, si sono riuniti in Costa Rica per discutere su di un ampio programma di iniziative economiche, sociali e culturali.


Sono presenti 33 paesi tra Asia e America Latina
Forum tra i ministri dell'Asia e dell'America Latina
Questa opportunità deve servire ad incrementare i programmi economici transfrontalieri, compresi gli investimenti privati ​​e il commercio e avere al centro della discussione la propria gente.

Il Forum sulla cooperazione per l'Asia e l'America Latina inizierà oggi, Martedì 18 agosto e durerà fino a Venerdì 21 agosto e si pensa possa davvero essere il trampolino di lancio di varie iniziative che aiuteranno lo sviluppo di ognuno di questi paesi.

Il ministro degli Esteri della Costa Rica, Manuel Gonzalez, ha fatto sapere tramite le varie agenzie stampa di essere fiducioso che da questi tavoli del Forum usciranno delle interessanti attività e proposte sociali e finanziarie per tutti gli Stati aderenti e le loro rispettive regioni.

I 33 paesi che partecipano sono:

Per l'Asia:
L'Australia, il Brunei, Darussalam, la Cambogia, la Cina, l'Indonesia, il Giappone, il Laos, la Malesia, il Myanmar, la Nuova Zelanda, le Filippine, Singapore, la Corea del Sud, la Thailandia e il Vietnam.

Per quanto riguarda l'America Latina:
L'Argentina, la Bolivia, il Brasile, il Cile, la Colombia, la Costa Rica (paese ospitante), Cuba, la Repubblica Dominicana, l'Ecuador, El Salvador, il Guatemala, il Messico, il Nicaragua, Panama, il Paraguay, il Perù, l'Uruguay e il Venezuela.

Il primo Forum di cooperazione è stato lanciato nel 1999, per iniziativa del primo ministro di Singapore Gho Chok Tong, per migliorare i rapporti tra l'Asia e l'America Latina.
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Taiwan: un aereo precipita in un fiume, dopo il decollo, uccidendo almeno 16 persone

Un aereo della TransAsia Airways con 58 passeggeri a bordo è precipitato in un fiume, poco dopo il decollo da un aeroporto in Taipei, 16 persone sono morte e una dozzina mancano all'appello.


Un'altra tragedia aerea si consuma in Asia e coinvolge la compagnia aerea TransAsia
Taiwan: un aereo precipita in un fiume
28 persone sono sopravvissute a questo incidente dopo che l'aereo del volo GE235 è passato in mezzo a diversi edifici e ha sfiorato un cavalcavia andando a schiantarsi a testa in giu in un fiume poco profondo.

Le immagini drammatiche, scattate da un automobilista e postato su Twitter, stanno facendo il giro del mondo e si vede il velivolo turboelica ATR 72-600 che pare sia decollato per un volo interno diretto all'isola di Kinmen, dribblare parecchi ostacoli e cadere nel fiume.

Un soccorritore volontario, soprannominato Chen, ha detto che non ha mai visto nulla di simile e che l'Asia in questo momento sta vivendo un momento difficile per quanto riguarda i disastri aerei, le televisioni stanno facendo vedere i sopravvissuti che indossano giubbotti di salvataggio.

I funzionari di emergenza con barche di salvataggio gonfiabili sono arrivate intorno alla fusoliera dell'aereo parzialmente sommerso, cercando di aiutare le persone a bordo e contribuendo nella ricerca dei dispersi e su questo volo erano presenti 31 turisti provenienti dalla Cina.

L'amministratore delegato della compagnia di volo TransAsia, Peter Chen, ha fatto un grande inchino in una conferenza stampa televisiva e si è scusato con i passeggeri e l'equipaggio.

"MAYDAY MAYDAY, il motore si sta spegnendo" è stata l'ultima comunicazione da parte dei piloti del velivolo, ma quando l'alimentazione di carburante al motore viene interrotta o quando vi è una combustione difettosa, con la conseguente rottura del motore i velivoli bimotore, possono continuare a volare e non si riesce a capire il perchè in questi caso l'aereo si sia bloccato.

Il capo della autorità dell'aviazione civile di Taiwan, Lin TYH-ming, ha detto che l'aereo ha fatto l'ultima manutenzione il gennaio 26 e il pilota aveva 4,916 ore di ore di volo al suo attivo e il co-pilota aveva 6,922 ore, quindi tutto sembra regolare e nelle mani di piloti esperti.

L'aeroporto Songshan di Taipei è il più piccolo dei due aeroporti della città e fornisce per lo più i collegamenti nazionali, ma anche in Giappone, Cina e Corea del Sud.

L'incidente di oggi è l'ultimo di una serie di disavventure che hanno colpito i vettori asiatici negli ultimi 12 mesi, un jet AirAsia diretto a Singapore si è schiantato poco dopo il decollo dalla città indonesiana di Surabaya il 28 dicembre, uccidendo tutte le 162 persone a bordo, mentre l'anno scorso, un jet Malaysia Airlines è scomparso e uno dei suoi aerei sorella è stato abbattuto in Ucraina con una perdita combinata di 537 vite.

Uno dei suoi aerei ATR 72-500 è schiantato mentre tentava di atterrare a Penghu Isola nel luglio scorso, uccidendo 48 dei 58 passeggeri, Taiwan ha avuto risultati deludenti della sicurezza aerea negli ultimi anni, tra cui la disintegrazione di una Cina Airlines 747 su un volo da Taipei a Hong Kong nel 2002, uccidendo 225 persone.
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5 cose da sapere quando si prende un aereo in Asia

Un Airbus della compagnia AirAsia con 162 persone a bordo è precipitato nelle acque di Kalimantan ed era diretto a Singapore e sono tornate alla mente cinque cose che la gente deve sapere quando prende un aereo in queste zone.


Gli incidenti aerei aumentano e manca una formazione e un salario adeguato per chi fa questo lavoro
La sicurezza per chi fa un viaggio
1. Poiché le economie dei paesi del Sud-Est asiatico continuano a crescere, sempre più persone hanno i mezzi finanziari e la voglia di viaggiare per affari o per piacere, ma le compagnie aeree stanno lottando per garantire che i loro standard di formazione e di sicurezza possano tenere il passo con le tante richieste di volo.

2. Ci sono circa 1.600 aeromobili che operano nel Sudest asiatico ed è l'unica zona al mondo con il maggior numero di aeromobili e questo dice che continuerà a crescere la domanda per fare viaggi.

3. Il Sudest asiatico rappresenta il 31 per cento del traffico aereo di passeggeri globale, secondo l'International Air Transport Association e nel giro di due decenni, tale cifra si prevede possa salire al 42 per cento e le varie compagnie aeree in Asia prevedono di aggiungere un extra di 1,8 miliardi di passeggeri annui per una dimensione complessiva di mercato di 2,9 miliardi.

4. L'Asia non ha programmi di formazione sufficiente per produrre tutti i piloti di cui ha bisogno, dice David Greenberg, ex dirigente di Delta Air Lines e dice che una carenza globale di piloti ha spinto le compagnie a prendere comandanti scartati in Medio Oriente, negli Stati Uniti, in Canada, in Australia e in Europa per colmare il divario e i progetti Boeing dell'Asia-Pacifico dovranno portare 216.000 nuovi piloti nei prossimi 20 anni, la maggior parte di qualsiasi altra regione del mondo.

5. I Salari per i piloti e i tecnici nel sud-est asiatico non sono aumentati abbastanza velocemente per compensare il costo della formazione e questo scoraggia le persone a voler intraprendere la carriera aeronautica, la carenza di personale qualificato significa che ci sono meno lavoratori che sanno destreggiarsi dentro un carico di lavoro sempre crescente  e tutto questo rende le compagnie asiatiche non molto sicure.
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Amnesty International critica le condanne per blasfemia

L'ex presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, ha lasciato un sacco di lavoro da fare al nuovo governo in materia di azioni penali sulla blasfemia.


Amnesty International dice al nuovo presidente indonesiano di impegnarsi da subito a togliere questa legge
La legge sulla blasfemia
Rupert Abbott portavoce dell'Asia per Amnesty International ha informato i giornali che durante il decennio di Yudhoyono sono state condannate 106 persone per blasfemia, con alcune pene detentive fino a cinque anni.

La legge sulla blasfemia è stata introdotta nel 1965 e si è anche incluso il KUHP [codice penale], che raramente era stato utilizzato fino al 2004, ma quando è diventato presidente Yudhoyono, la bestemmia è diventata reato grave e ha sempre messo in carcere chi veniva accusato per blasfemia.

Secondo Amnesty International i nuovo governo devoe subito togliere questo realto che fa riferimento alla legge n 5/1969 e porta l'articolo 156 (a) della KUHP.

La storia della legge sulla blasfemia risale al 1965, quando l'allora presidente Sukarno aveva emanato il DPR n ° 1 / PNPS / 165 sulla prevenzione degli abusi e / o diffamazione religiosa e poi è stato emanato il decreto legge nel 1969.

Nel 2009, una coalizione di organizzazioni non governative e diverse persone di spicco avevano presentato una domanda di controllo giurisdizionale con la Corte Costituzionale, sostenendo che la legge sulla blasfemia ha violato il diritto alla libertà religiosa di cui all'articolo 28 sexies e 29 della Costituzione (UUD).

Il giudice, tuttavia, aveva confermato la validità della legge sulla blasfemia per motivi di ordine pubblico e valori religiosi secondo l'articolo 28J (2) del UUD.

Delle 106 persone condannate, nove sono ancora in carcere, ma Amnesty International dice che vanno rilasciate immediatamente,citando Tajul Muluk da esempio, Tajul è un musulmano sciita leader religioso dell'East Java che attualmente sta scontando una condanna a quattro anni di carcere dopo che la polizia locale in Sampang l'ha trovato a bestemmiare nel 2012, prima aveva avuto una condanna di due anni di carcere e in seguito l'hanno estesa a quattro anni.

Il Presidente indonesiano ha preso diversi impegni per i diritti umani, ma ora è il momento di metterli in pratica, sono capaci tutti di parlare.
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