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Auguri al primo pilota indonesiano in F1, Rio Haryanto

La scuderia britannica, Manor Racing, ha ufficialmente firmato l'accordo con l'indonesiano Rio Haryanto, per la nuova stagione 2016 della Formula Uno (F1).


Il pilota indonesiano Rio Haryanto correrà in F1 per la Manor Racing
Rio Hayanto: primo pilota indonesiano in Formula Uno
Il proprietario della Manor Racing, Stephen Fitzpatrick, in un comunicato dato alla stampa internazionale ha detto: "Siamo lieti di annunciare Rio Haryanto come nostro secondo pilota nelle gare di F1 del 2016".

Rio Haryanto è l'unico pilota asiatico a partecipare nella stagione 2016 di F1 ed è la prima volta che un indonesiano entra nel Circus della Formula Uno.

I ragazzi indonesiani sono alle stelle nel parlare di Rio Haryanto e sono ansiosi di vederlo nella griglia di partenza per godere alcune battaglie emozionanti del prossimo anno.

Rio Haryanto è in pista da quando aveva sei anni, ha iniziato prima con i kart e ha sempre dimostrato di avere tenacia e l'anno scorso si è fatto valere in GP2.

Rio Haryanto ha rilasciato questa intervista dicendo: "Il Gran Premio di Melbourne sarà un momento storico per me e per il mio Paese, voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine da quando ho iniziato a gareggiare, per me sarà una grande occasione per premiare la passione con cui tutta l'Asia segue la F1".

Rio Haryanto affinacherà sulla pista di F1 il pilota tedesco Pascal Wehrlein, gli facciamo tanti auguri e speriamo di vederlo presto lottare per il titolo mondiale.
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Un testimone racconta la tragedia dei 37 morti in Turchia

Un testimone parla dell'annegamento di 37 persone, compresi neonati e altri bambini piccoli, al largo della costa della Turchia, descrivendo l'orrore e le urla dopo che la barca, con a bordo i migranti, ha sbattuto contro le rocce.


Gulcan Durdu, che vive sulla spiaggia nella località di Ayvacik nel Mar Egeo, ha raccontato, con le lacrime agli occhi alla stampa, questa tragedia dicendo, sono stata svegliata svegliata dalle urla e dai lamenti dopo che la barca ha colpito le rocce e si è capovolta.

Io e mio marito siamo subito corsi fuori e abbiamo cercato di aiutare i sopravvissuti, portandoci a casa un ragazzo e cercando di salvarlo, lo abbiamo avvolto con le coperte,e abbiamo preso un phon per fargli caldo, ma il ragazzo è diventato fiacco tra le mie braccia prima di perdere la conoscenza.

L'ho consegnato ai paramedici, che nel frattempo erano arrivati e continuo ad essere ossessionata da quelle scene, non smetterò mai di sentire quelle urla per il resto della mia vita, è stato terribile, sono morti urlando nel buio.

Siamo stati solo in grado di salvare coloro che erano in grado di nuotare fino a riva, ora resta quella barca rovesciata sulle rocce in mare aperto e visibile dal cantiere dove vive Durdu, la spiaggia rimane piena di ricordi cupi di quel disastro, compresi i giubbotti di salvataggio, il sandalo del bambino, l'abbigliamento e altri oggetti personali che il mare ha portato a riva.

I migranti stavano cercando di fare il breve viaggio dalla Turchia alla Grecia nella ricerca di una vita migliore.

Queste immagini, di bambini morti su di una spiaggia, stanno facendo il giro del mondo mentre i Paesi europei sono messi a dura prova dall'afflusso di migranti, con tanti disaccordi su come accogliere questi rifugiati e come comportarsi con i clandestini.
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Arabia Saudita: lavoriamo insieme per unire le opposizioni siriane

L'Arabia Saudita ospiterà una conferenza, a metà dicembre, per cercare di unire le opposizioni siriana in vista di nuovi colloqui di pace.


Dopo il congresso di Vienna si vuole arrivare presto ad un governo di transizione in Siria
Staffan de Mistura in una conferenza stampa
L'inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura ha detto che bisogna intensificare gli sforzi per porre fine alla guerra civile in Siria che dura da quasi cinque anni e l'Ambasciatore saudita Abdallah Al-Moualimi ha risposto che il suo paese cercherà di portare questa riunione diverse fronde dell'opposizione per cercare una soluzione comune.

Sabato 14 novembre, i ministri degli esteri provenienti da circa 20 nazioni hanno concordato a Vienna un piano ancora incompleto, ma ambizioso che fissa una scadenza al 1 gennaio per l'inizio dei negoziati tra governo e gruppi di opposizione del presidente siriano Bashar Assad.

Nel giro di sei mesi, si vuole arrivare ad un governo di transizione "credibile" che dovrebbe pensare ad una nuova costituzione e arrivare alle elezione entro 18 mesi.

Ne i gruppi di governo, ne quelli delle opposizioni siriane erano presenti ai colloqui di Vienna, ma si sono riuniti i principali sostenitori stranieri di entrambe le parti e tutti hanno chiesto a gran voce un cessate il fuoco.

Speriamo si possa trovare presto una soluzione comune e ci auguriamo che queste scadenze vengano rispettate da tutti e torni a regnare la pace.
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Diversi giornalisti sono stati uccisi nel mondo

Le Filippine sono uno dei quattro paesi che sono al centro di una campagna globale per la libertà di espressione e di stampa, infatti la comunità giornalistica locale ha appena perso un altro membro per mano di assassini non identificati.


Continuano a morire giornalisti senza trovare chi li uccide
Un altro giornalista morto nelle Filippine
Jose Bernardo, un giornalista e broadcaster della stazione radio dwBL a Manila e reporter per la radio dwIZ, è stato colpito più volte da due uomini in sella a una moto, fuori da un ristorante a Quezon City ed è morto di seguito in ospedale per le ferite riportate.

Una persona è stata arrestata e le autorità stanno controllando tutta la zona e stanno interrogando il sospettato.

In tutto il mondo si è aperta una campagna per la libertà globale di espressione e di stampa e va dal 2 al 23 Novembre.

Nel mese di dicembre del 2013, l'ONU ha proclamato il 2 novembre Giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti.

Il 2 novembre è stato scelto perché era in quella data che due reporter di Radio France Internationale (RFI), Ghislaine Dupont e Claude Verlon, sono stati uccisi in Mali nel 2013, mentre il 23 novembre segna il sesto anno dopo l'attentato che è costato la vita a 58 persone, 32 dei quali giornalisti, nella città di Ampatuan, nella provincia di Maguindanao, nelle Filippine.

Il massacro di Maguindanao è stato definito dal mondo intero il peggior attacco singolo alla stampa.

In un comunicato, della Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ), con sede a Bruxelles (un'organizzazione globale che rappresenta oltre 300.000 giornalisti) si dice che i governi del mondo e le autorità responsabili devono aiutare a non lasciare impuniti i crimini contro i giornalisti.

La campagna IFJ pone l'accento specifico sulle Filippine, il Messico, l'Ucraina e lo Yemen.

Nelle Filippine sono 169 il numero di giornalisti uccisi dal 1986, quando le Filippine hanno riguadagnato la libertà di stampa, dopo la caduta del forte Ferdinand Marcos.

In Messico, 50 giornalisti hanno perso la vita dal 2010 e di questi casi, l'89 per cento restano irrisolti.

Nello Yemen, l'IFJ ha registrato 15 giornalisti uccisi dal 2011 e dieci di loro sono morti nel 2015, senza che nessuno degli autori sia stato assicurato alla giustizia.

In Ucraina, dal 2014 si riscontrano otto omicidi, 125 intimidazioni, 322 aggressioni, 162 tentativi di censura e 196 casi messi a tacere e delle 54 indagini avviate, solo tre casi hanno raggiunto i tribunali.
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