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I nostri bambini tra fame e guerra

Sogno un mondo felice e pacifico, pieno di benevolenza e dove tutta l'umanità si da una mano e non lascia mancare a nessuno un letto, un pezzo di pane e dell'acqua.


Dobbiamo lottare per fare in modo che i bambini si riprendano la loro vita e il loro futuro
Difesa e protezione dei bambini
I bambini sono quelli che soffrono di più di questi problemi e un futuro promettente è possibile solo attraverso un loro sano sviluppo fisico, mentale e sociale, circa due milioni di bambini muoiono di fame e di malattie dovute alla sporcizia.

Ci sono 600 milioni di bambini che vivono al di sotto della soglia di povertà, milioni di bambini, che non hanno accesso all'acqua potabile e pulita e più di un miliardo vivono nelle regioni colpite dalla guerra.

10 milioni di bambini sono stati uccisi nelle guerre, molti di più sono stati rapiti, schiavizzati, esposti a tortura, orfani, lasciati da soli nei campi profughi sono sottoposti a violenze e abusi e molti bambini sono stati costretti ad unirsi a bande o all'esercito, negli ultimi 10 anni.

Dove sono finiti gli Stati che hanno a cuore i diritti fondamentali dei bambini, compreso il diritto alla vita, alla salute, all'istruzione e all'alloggio?

Leila Zerrougui, rappresentante speciale delle Nazioni Unite ha sottolineato che i bambini sono danneggiati da questi atti di violenza specialmente in Africa, in Asia e in particolare nel Medio Oriente:
"I bambini sono stati colpiti in modo sproporzionato, sfollati, costretti a prostituirsi e spesso hanno subito atti di violenza fisica e mentale; quando mi immagino il futuro per loro, non vedo nulla."

250 milioni di bambini in tutto il mondo sono fare costretti a pensati lavori, senza aver la fortuna di avere un'istruzione, dei servizi sanitari, costretti o obbligati a lavorare in condizioni spaventose, dannose per lo sviluppo del bambino fisico, mentale, educativo, morale o sociale, violando tutti gli standard internazionali.

Il matrimonio precoce è un altro problema che richiede una soluzione immediata, quattordici milioni di bambine sono costrette a sposarsi ogni anno.

I diritti dei bambini sono stati gravemente violati, per vari motivi, l'aumento dell'immigrazione, la crisi economiche, l'aumento della povertà e della disoccupazione, la rapida urbanizzazione, un numero elevato di bambini e di popolazione giovanile, le guerre, il terrorismo e la violenza domestica.

Serve una risposta immediata e concreta, i bambini vogliono tornare a fare i bambini.
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Arabia Saudita: lavoriamo insieme per unire le opposizioni siriane

L'Arabia Saudita ospiterà una conferenza, a metà dicembre, per cercare di unire le opposizioni siriana in vista di nuovi colloqui di pace.


Dopo il congresso di Vienna si vuole arrivare presto ad un governo di transizione in Siria
Staffan de Mistura in una conferenza stampa
L'inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura ha detto che bisogna intensificare gli sforzi per porre fine alla guerra civile in Siria che dura da quasi cinque anni e l'Ambasciatore saudita Abdallah Al-Moualimi ha risposto che il suo paese cercherà di portare questa riunione diverse fronde dell'opposizione per cercare una soluzione comune.

Sabato 14 novembre, i ministri degli esteri provenienti da circa 20 nazioni hanno concordato a Vienna un piano ancora incompleto, ma ambizioso che fissa una scadenza al 1 gennaio per l'inizio dei negoziati tra governo e gruppi di opposizione del presidente siriano Bashar Assad.

Nel giro di sei mesi, si vuole arrivare ad un governo di transizione "credibile" che dovrebbe pensare ad una nuova costituzione e arrivare alle elezione entro 18 mesi.

Ne i gruppi di governo, ne quelli delle opposizioni siriane erano presenti ai colloqui di Vienna, ma si sono riuniti i principali sostenitori stranieri di entrambe le parti e tutti hanno chiesto a gran voce un cessate il fuoco.

Speriamo si possa trovare presto una soluzione comune e ci auguriamo che queste scadenze vengano rispettate da tutti e torni a regnare la pace.
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Vertice di Vienna: alle stragi, si deve rispondere insieme, in modo concreto

La Siria è un terreno fertile per il terrorismo e la riunione dei ministri degli esteri tenutasi a Vienna, collega questi attacchi devastanti a Parigi, con le turbolenze in Medio Oriente.


Il Segretario di Stato americano John Kerry nei colloqui con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in un hotel a Vienna
John Kerry e Sergev Lavrov a Vienna
Il Segretario di Stato Usa, John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov hanno condannato questi attacchi all'inizio della riunione con i rappresentanti di alto livello dell'Iran, dell'Arabia Saudita e di altri paesi cercando di trovare una linea comune che ponga fine alla guerra che dura da più di quattro anni.

L’obiettivo comune è quello di trovare un compromesso, che renda possibile in Siria una tregua tra il governo di Bashar Al Assad e l’opposizione armata moderata, formando un esecutivo di transizione composto in modo consensuale da entrambe le parti.

Questo governo dovrebbe avere pieni poteri e lottare contro i terroristi e i militari dello Stato islamico e di Jabha An Nusra, ma sono due i grandi ostacoli da superare:
- Il futuro di Bashar Al Assad.
- I gruppi terroristici in Siria, esclusi dalla tregua e dal governo di transizione.

Questi ostacoli oppongono da un lato gli occidentali e le monarchie del Golfo e dall’altro l'Iran e la Russia.

Tutti sono concordi che bisogna fare alla svelta in quanto più di 250.000 persone sono state uccise nella guerra siriana, undici milioni sono state sradicate dalle loro case e questo conflitto ha permesso ai militanti islamici dello Stato di ritagliarsi parti significative di Siria e Iraq per le loro aspirazioni al califfato.

L'Europa e i paesi vicini della Siria, nel frattempo, stanno lottando per far fronte alla peggiore crisi migrante dalla seconda guerra mondiale.

Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, ha detto nel suo intervento, che gli attacchi a Parigi hanno reso urgente, per la comunità internazionale, trovare un approccio comune in Siria e contro il terrorismo.
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Il primo ministro giapponese chiede scusa per la seconda guerra mondiale

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha espresso profondo rimorso per la seconda guerra mondiale e ha fatto precedentemente le scuse nazionali, ma ha sottolineato che le generazioni future non debbano continuamente chiedere scusa.


Le nuove generazioni non devono continuare a chidere scusa
Il primo ministro Abe fa le scuse per la seconda guerra mondiale
In un discorso commovente prima del 70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale, il premier nazionalista ha percorso tutti i fatti, sottolineando il rammarico giapponese per l'aggressione bellica e concentrandosi a sottolineare lo spirito pacifico della sua gente.

Il Giappone in questi anni ha più volte sottolineato il profondo rimorso e le scuse più sincere per le sue azioni durante la guerra, ma dalla fine della seconda guerra mondiale ci siamo dedicati alla pace e alla prosperità delle nostre regioni.

Poi si è commosso ricordando tutti quelli che hanno perso la vita durante la guerra dicendo di provare ancora dolore e di voler continuare a fare sincere condoglianze per chi ha perso i propri cari in questo conflitto ingiusto ha poi proseguito dicendo: "nel nostro cuore c'è una preghiera e un ricordo anche per tutti i morti degli altri paesi asiatici, tra cui la Corea del Sud, l'Indonesia, le Filippine e Taiwan".

Abe poi ha detto: "Ora però voltiamo pagina e i giapponesi non dovranno chiedere continuamente scusa infatti non dobbiamo lasciare che i nostri figli, nipoti e anche le generazioni future, che non hanno nulla a che vedere con quella guerra, siano predestinate a chiedere scusa".

Cina e Corea del Sud volevano che Abe facesse esplicite scuse ministeriali e per ora non hanno commentato discorso, la Cina ha perso più di 20 milioni di cittadini a causa dell'invasione giapponese, e Tokyo ha colonizzato la penisola coreana per 35 anni fino al 1945.

La storia di guerra del Giappone è stato oggetto di una rinnovata attenzione da quando Abe è salito al potere alla fine del 2012, il sessantenne però è stato criticato da alcuni per il gioco verso il basso del Giappone che continua ad espandersi con i propri militari.

L'imperatore Hirohito, è morto nel 1989 senza rispondere alla sua responsabilità su una guerra combattuta in suo nome.
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Il Giappone piange la morte del giornalista Kenji Goto ucciso dagli estremisti in Siria

Il giornalista Kenji Goto è colui che ha raccontato al mondo dello tsunami in Giappone nord-orientale, del conflitto in Sierra Leone ed è sempre stato attento a raccontare la storia dei bambini e dei poveri che si trovano a vivere esperienze tragiche. 


Kenji Goto un giornalista sincero e onesto
La notizia della sua uccisione, in un video presumibilmente fatto dai militanti islamici, ha lasciato nello sgomento tutti i Giapponesi che avevano pregato e sperato nel suo rilascio.

Kenji Goto in una delle sue ultime interviste diceva: "Voglio coccolare tutte le persone che soffrono, perchè le loro storie, il loro dolore mi toccano il cuore e io voglio scrivere i loro racconti per non fargli perdere la speranza".

Kenji Goto era un uomo con il codino dalla risata spensierata, era un giornalista freelance di vecchia data, lavorava spesso con registi e produttori televisivi giapponesi e i suoi commenti hanno fatto il giro del mondo e ha scritto un libro nel 2005 raccontando la sofferenza dei bambini in Sierra Leone e l'ha intitolato "Vogliamo la pace, non i diamanti".

Kenji Goto aveva sempre sottolineato che non era un reporter di guerra ma un giornalista della gente, che raccontava la storia delle persone normali, che avevavo la sfortuna di abitare in zone di guerra e nella sua vita ha girato nei campi profughi e negli orfanotrofi e ha descrritto le violenze che i piccoli subiscono, ha parlato della fame nel mondo e degli incubi della guerra.

La gente giapponese ha capito tutto questo e ha risposto con una manifestazione a sostegno della sua liberazione, anche perchè il suo lavoro vive nei cuori di molte persone e il suo sorriso è stampato nella gente che ha aiutato, migliaia di firme sono state raccolte e tante persone si sono riuniti davanti all'ufficio del primo ministro, alzando cartelli che dicevano: "Free Kenji" e "Io sono Kenji".

Goto era andato in Siria alla fine dell'anno scorso per cercare di salvare l'altro ostaggio giapponese, Haruna Yukawa, di 42 anni, ma entrambi sono stati brutalmente uccisi le ultime parole che ha pronunciato di fronte alle telecamere dei militanti islamici sono state: "Non importa cosa succede a me, io amerò sempre il popolo della Siria".
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I sopravvissuti si riuniscono per ricordare Pearl Harbor

I sopravvissuti dell'attacco giapponese a Pearl Harbor, che ha lanciato gli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, hanno partecipato al 73° anniversario della commemorazione, con l'aiuto di stampelle, sedie a rotelle e scooter motorizzati.


I giapponesi inviarono aerei che eliminarono la maggior parte degli aerei e delle navi americane con tantissimi morti
7 dicembre 1941: strage di Pearl Arbor
Circa 100 sopravvissuti hanno partecipato alla cerimonia in ricordo di Pearl Harbor e tutti con gli occhi lucidi hanno ricordano ancora i tanti morti di quel 7 dicembre 1941.

Gilbert Meyer oggi novantunenne dice di voler partecipare a quaesta commemorazione anche se ogni anno che passa diventa sempre più difficile fare il viaggio alle Hawaii da San Antonio in Texas, ma finchè saró vivo cercheró di farlo.

Sono ancora 2.000 sopravvissuti che ricordano quel momento doloroso quando la marina giapponese insegreto invió gli aerei giapponesi colpirono poco prima delle 08:00 di quel 7 dicembre 1941.

In breve tempo cinque delle otto navi da guerra a Pearl Harbor furono affondate o affondate, con il resto danneggiato e diverse altre navi e la maggior parte degli aerei da combattimento che erano presenti nella base delle Hawaii vennero eliminati e oltre 2.400 americani persero la vita.
Sono stati ricordati anche i Vigili del Fuoco di Honolulu, che hanno inviato tempestivamente aiuto per rispondere all'allarme delle 8:05 e senza saperlo, si sono trovati in piena guerra e tre di loro persero la vita e altri sei riportarono gravi ferite.

La cerimonia è stata caratterizzato da una preghiera di pace giapponese e una benedizione hawaiana e un momento di silenzio alle 07:55.

Speriamo che il mondo impari, anche da queste celebrazioni, a risolvere le questioni con la pace e non con la guerra.
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Aerei da guerra canadesi, lanciano il loro primo attacco aereo in Iraq

Aerei da guerra canadesi, coinvolti nella campagna di bombardamenti condotta dagli Stati Uniti contro i terroristi islamici in Iraq, hanno lanciato i loro primi raid in in tutta la regione. 


Aerei da guerra in Iraq
Il ministro della Difesa Rob Nicholson  ha dichiarato che due aerei da combattimento hanno attaccato diversi obiettivi nei pressi di Falluja con l'uso di bombe teleguidate e laser e sono ora rientrati alla loro base in Kuwait.

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