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Il procuratore generale indonesiano dice che abbiamo ancora bisogno della pena di morte

Il Procuratore generale dell'Indonesia insiste sul fatto che le condanne a morte devono essere mantenute nel sistema giudiziario del paese come una terapia d'urto contro la criminalità grave.


Tra poco ci saranno altre condanne a morte, l'Indonesia non si ferma e condanna fermamente chi sbaglia
Riunione sulla pena di morte in Indonesia
Il procuratore generale, HM Prasetyo, in una riunione di lavoro con la Commissione Casa III durante la supervisione dei diritti umani ha detto:
"La pena di morte è una sorta di terapia, si tratta di un'azione sgradevole, ma dobbiamo ancora usarla".

La dichiarazione è venuta come risposta ad un quesito, posto da un membro della Commissione III del Partito democratico, Ruhut Sitompul, che ha chiesto informazioni sullo spirito che animava la pena di morte in Indonesia.

Nel mese di novembre 2015, il governo ha sospeso le esecuzioni dei condannati a morte mentre si viveva un rallentamento economico, ma il procuratore generale ha detto chiaramente che la pena di morte non ha alcun legame con l'economia e le reazioni dei paesi stranieri su questa questione sono eccessive.

Diversi paesi stranieri e molti gruppi per i diritti umani hanno puntato il dito contro l'Indonesia e l'applicazione della pena capitale contro i detenuti, come previsto dal codice penale (KUHP).

Il Presidente Joko "Jokowi" Widodo aveva due gruppi di detenuti, per un totale di 14 persone che ha mandato a morte nel mese di gennaio e aprile del 2015.

Due dei detenuti messi a morte erano trafficanti di droga australiani: Andrew Chan e Myuran Sukumaran e hanno causato forti tensioni tra i due stati.

Infine ha detto, a chi non condivide questa linea, che nel mondo c'è bisogno di una politica simile se si vogliono combattere i reati di droga e ha aggiunto che presto ci saranno nuove condanne a morte.
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Asia e Pacifico partecipano ad un incontro a Wakatobi

176 dirigenti locali provenienti dalle regioni dell'Asia e del Pacifico hanno in programma di partecipare ad un incontro che si terrà a Wakatobi, Sulawesi Sudorientale, il 5 settembre.


I 176 leader vogliono trovare una linea comune
176 leader si trovano a Wakatobi
Wakatobi si trova nella reggenza di Hugua ed è confermata la presenza di tutti i leader già a Kendari domani 3 settembre.

I 176 dirigenti locali, provenienti da vari paesi delle regioni dell'Asia e del Pacifico hanno confermato la loro presenza alla manifestazione internazionale.

Tra i leader locali che hanno confermato la loro partecipazione, ci sono il ​​sindaco di Guangzhou in Cina, il governatore di Jeju in Corea del Sud e il sindaco di Hamamatsu in Giappone e in più si nota la presenza del presidente della UCLG-ASPAC, Won Hee-Ryong e alti funzionari dei ministeri, delle Nazioni Unite (ONU), diversi funzionari dell'UNESCO ed esperti provenienti da vari istituti che hanno a cuore l'istruzione, i diritti e la salvaguardia dell'ambiente.

L'UCLG-ASPAC è un'organizzazione dei governi locali della regione Asia-Pacifico, che tiene regolarmente una riunione per discutere problemi comuni in tutti i settori, come le questioni ambientali e gli sforzi congiunti per migliorare il benessere dei propri popoli.

Nel corso della riunione, i leader locali presenteranno i vari problemi della propria terra e i tre punti chiave che verranno discussi nel corso dell'incontro sono: la creazione di una società con basse emissioni di carbonio, il buon governo e lo sviluppo urbano sostenibile.

I risultati delle discussioni su questi tre punti porteranno alla formulazione di un impegno comune, chiamato la Dichiarazione di Wakatobi.
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