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I 10 posti meravigliosi per fare diving in Asia

Per gli amanti dello snorkeling e del diving vogliamo fare una raccolta dei 10 siti più belli, in Asia, dove fare le immersioni e che noi consideriamo i paradisi dei subacquei.


In Indonesia sono centinaia i psoti per i subacquei
L'isola di Labobo nelle Banggai, Central Sulawesi
Quattro su dieci, di queste località, si trovano in Indonesia e vale a dire Derawan nell'East Kalimantan, Raja Ampat in Papua occidentale, l' Isola di Komodo a East Nusa Tenggara e Tulamben in Bali.

Gli altri sei posti sono Sipadan in Malesia, le Isole Similan in Thailandia, Mergui in Myanmar, le isole Andamane in India, le Isole Kerama in Giappone e Tubbataha Reef Marine National Park nelle Filippine.

Al di fuori della punta nord-occidentale della provincia occidentale di Papua, in Indonesia, le isole di Raja Ampat hanno la più alta diversità registrata di pesci e coralli esistenti sulla Terra con 537 specie di coralli e 1.074 specie di pesci.

A tutte queste mete si possono anche aggiungere altre importanti destinazioni: Wakatobi nel South East Sulawesi, le isole Banggai nel Central Sulawesi, Morotai nel North Maluku, Maluku Banda, Bunaken, Lembeh, Bangka e Gangga nel Nord Sulawesi, Gili a Lombok, Karimunjawa in Central Java, Anambas nelle Isole Riau, Mandeh in West Sumatra, Belitung in Bangka Belitung, Tanjung Lesung a Banten ma questo elenco potrebbe ancora continuare.

Sono centinaia i punti di immersione in tutta l'Indonesia e la gente è fiduciosa che il turismo subacqueo possa continuare ad esserci per apprezzare e visitare questi incantevoli luoghi e a postare le innumerevoli meraviglie che i fondali dell'Asia ci regalano ogni giorno e ogni attimo.

Vi segnalo questo sito se volete vedere diversi posti dell'Indonesia basta cliccare qui
oppure potete contattarmi personalmente all'indirizzo email viaggiinindonesia@gmail.com se poi volete una macchina con l'autista per gustarvi e vedere i posti più belli del Sulawesi dove io vivo già da parecchi anni siete i benvenuti.
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I 4 ostaggi indonesiani tornano a casa in buona salute

I quattro marinai indonesiani che sono stati rapiti dal gruppo terroristico di Abu Sayyaf, nelle Filippine, hanno potuto riabbracciare le loro famiglie, dopo essere stati tenuti in ostaggio per 25 giorni.


I quattro marinai sono rimasti in ostaggio dei terroristi, nelle Filippine, per 25 giorni
Il rientro dei 4 marinai rimasti in ostaggio nelle Filippine
Il ministro degli Esteri, Retno LP Marsudi, durante la cerimonia, fatta per il rilascio degli ostaggi, ha annunciato che i 4 marinai sono stati sottoposti a esami medici presso l'Ospedale Gatot Subroto Army Centrale (Rspad) ed i risultati hanno confermato che stanno bene.

Il Presidente Joko "Jokowi" Widodo ha seguito con grande attenzione questa vicenda e ora è felice che i marinai siano tornati in Indonesia e siano in buona salute.

Nel suo intervento, il ministro ha ringraziato tutti coloro che sono stati coinvolti nelle operazioni di rilascio, dando menzione speciale ai militari indonesiani (TNI) e al governo filippino per gli sforzi comuni che alla fine sono stati premiati.

I quattro marinai sono stati liberati dal gruppo terroristico l'11 maggio e collegati con le autorità locali a Sulu, dopo un breve controllo sanitario, il governo filippino ha ufficialmente consegnato gli uomini a una nave da guerra indonesiana nelle acque confinanti tra i due paesi.

Accompagnati da un gruppo di funzionari indonesiani, i 4 marinai hanno continuato con una barca verso Tarakan, Nord Kalimantan, prima di volare dall'aereoporto Halim Perdanakusuma a East Jakarta, l'equipaggio è arrivato alle 10:20 di Venerdì 13 maggio 2016 su un Air Force Boeing 737-200.

I militari TNI, tra cui il comandante Gen. Gatot Nurmantyo, uniti al ministro degli esteri hanno dato il benvenuto ai marinai di nuovo sul suolo indonesiano.

Dieci membri dell'equipaggio erano a bordo del rimorchiatore Henry e della chiatta Christie e stavano viaggiando attraverso le acque malesi e filippine, quando sono stati dirottati da un gruppo terroristico il 15 aprile.

Al momento dell'attacco, sei marinai sono riusciti a fuggire, uno di loro è stato ferito da un colpo di pistola e i restanti quattro sono stati presi in ostaggio dai militanti.

Il ferito era tornato in Indonesia l'11 maggio dopo aver subito un trattamento nell'ospedale di Tawau nelle Filippine.

Ci auguriamo che in futuro non avvengano più simili incidenti, non sono stati svelati i dettagli che stanno dietro a questo rilascio anche se il governo e la società hanno detto esplicitamente che non hanno pagato nessun riscatto per ottenere la liberazione dei membri dell'equipaggio, l'importante ora è che i marinai sono nuovamente in Indonesia.
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Filippine: dirottata una nave indonesiana, equipaggio in ostaggio

L'ambasciata indonesiana, con sede a Manila, ha confermato che una nave indonesiana è stata dirottato nelle Filippine e il suo equipaggio è tenuto in ostaggio.



I terroristi hanno chiesto un riscatto al governo indonesiano
L'equipaggio di una nave indonesiana è tenuto in ostaggio
Le ultime notizie ha confermato, che una nave battente bandiera indonesiana, è stata dirottata ed i suoi uomini dell'equipaggio sono stati rapiti.

Tuttavia l'ambasciata non ha potuto confermare se il dirottamento della nave indonesiana ha coinvolto militanti di Abu Sayyaf, un gruppo di estremisti islamici che è diventato noto per una serie di attacchi mortali negli ultimi decenni.

L'ambasciata indonesiana e il Consolato Generale a Davao con le altre autorità competenti nelle Filippine stanno cercando di comprensione la situazione.

Le notizie che circolano nei media dicono che il gruppo di Abu Sayyaf ha assunto il comando della nave, che trasportava carbone, battente bandiera indonesiana e preso in ostaggio 10 uomini dell'equipaggio.

Le ultime informazioni dicono che i membri dell'equipaggio, stanno tutti bene e sono stati portati a terra ed i rapitori hanno chiesto al governo indonesiano un riscatto di 50 milioni di pesos o miliardi di Rp 14,2 (US $ 1,07 milioni).

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Diversi giornalisti sono stati uccisi nel mondo

Le Filippine sono uno dei quattro paesi che sono al centro di una campagna globale per la libertà di espressione e di stampa, infatti la comunità giornalistica locale ha appena perso un altro membro per mano di assassini non identificati.


Continuano a morire giornalisti senza trovare chi li uccide
Un altro giornalista morto nelle Filippine
Jose Bernardo, un giornalista e broadcaster della stazione radio dwBL a Manila e reporter per la radio dwIZ, è stato colpito più volte da due uomini in sella a una moto, fuori da un ristorante a Quezon City ed è morto di seguito in ospedale per le ferite riportate.

Una persona è stata arrestata e le autorità stanno controllando tutta la zona e stanno interrogando il sospettato.

In tutto il mondo si è aperta una campagna per la libertà globale di espressione e di stampa e va dal 2 al 23 Novembre.

Nel mese di dicembre del 2013, l'ONU ha proclamato il 2 novembre Giornata internazionale per porre fine all'impunità per i crimini contro i giornalisti.

Il 2 novembre è stato scelto perché era in quella data che due reporter di Radio France Internationale (RFI), Ghislaine Dupont e Claude Verlon, sono stati uccisi in Mali nel 2013, mentre il 23 novembre segna il sesto anno dopo l'attentato che è costato la vita a 58 persone, 32 dei quali giornalisti, nella città di Ampatuan, nella provincia di Maguindanao, nelle Filippine.

Il massacro di Maguindanao è stato definito dal mondo intero il peggior attacco singolo alla stampa.

In un comunicato, della Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ), con sede a Bruxelles (un'organizzazione globale che rappresenta oltre 300.000 giornalisti) si dice che i governi del mondo e le autorità responsabili devono aiutare a non lasciare impuniti i crimini contro i giornalisti.

La campagna IFJ pone l'accento specifico sulle Filippine, il Messico, l'Ucraina e lo Yemen.

Nelle Filippine sono 169 il numero di giornalisti uccisi dal 1986, quando le Filippine hanno riguadagnato la libertà di stampa, dopo la caduta del forte Ferdinand Marcos.

In Messico, 50 giornalisti hanno perso la vita dal 2010 e di questi casi, l'89 per cento restano irrisolti.

Nello Yemen, l'IFJ ha registrato 15 giornalisti uccisi dal 2011 e dieci di loro sono morti nel 2015, senza che nessuno degli autori sia stato assicurato alla giustizia.

In Ucraina, dal 2014 si riscontrano otto omicidi, 125 intimidazioni, 322 aggressioni, 162 tentativi di censura e 196 casi messi a tacere e delle 54 indagini avviate, solo tre casi hanno raggiunto i tribunali.
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Papa Francesco, dal 12 al 19 gennaio, visita le Filippine e lo Sri Lanka

Questo è il settimo pellegrinaggio apostolico di Papa Francesco e il secondo in Asia, dopo quello della scorsa estate in Corea, infatti dal 12 al 19 gennaio, sulle orme dei predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, il papa visiterà lo Sri Lanka e Le Filippine.

Lo attendono milioni di persone e si aspettano le sue parole che toccamo il cuore
La seconda visita di Papa Francesco in Asia
Infatti Papa Montini nel 1970 e Papa Wojtyla nel 1981 visitarono le Filippine e nel 1995 Giovanni Paolo II fece lo stesso itinerario con le Filippine e lo Sri Lanka.

Papa Francesco intraprende il suo secondo pellegrinaggio asiatico la prossima settimana, esattamente 20 anni dopo la visita di San Giovanni Paolo II a questi due paesi con le popolazioni cattoliche fortemente provate.

Papa Francesco si coccolerà i milioni di fedeli nelle Filippine e calpesterà le acque politiche inesplorate, dopo lo sconvolgimento delle elezione, con il nuovo presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena, che ha sfruttato l'impopolarità dell'ex presidente Mahinda Rajapaksa, tra le minoranze etniche e religiose della nazione dell'isola e si è messo a disposizione per accogliere il Pontefice quando arriva nella capitale, Colombo.

Papa Franciesco porterà un messaggio di riconciliazione tra la maggioranza singalese e la minoranza tamil e proverà a parlare di armonia interreligiosa, dopo un quarto di secolo dove in Sri Lanka si è combattuta la guerra civile che si è conclusa nel 2009 con lo schiacciamento violento dell'esercito dei ribelli delle Tigri tamil.

Sicuramente non sarà un viaggio facile e lo aspettano parecchi problemi da ascoltare e le sue parole saranno importanti nella soluzione di varie diatribe.

Papa Francesco ha empre saputo mantenere il giusto equilibrio e compiere gesti che toccano il cuore delle persone che si trovano vicino a lui.

Buon viaggio caro Pontefice, nella terra asiatica, la aspettiamo a braccia aperte e con il nostro sorriso.
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Una bambina di 8 anni ha subito un tentativo di stupro nel carcere di Bilibid

Un bambina di otto anni ha visitato il padre nelle carceri di Bilibid a Manila nelle Filippine il giorno di Capodanno ed è stata aggredita da un detenuto che ha tentato di abusare di lei.


La polizia ha iniziato un'indagine su tutto il sistema carcerario cercando di far chiarezza su questo caso
Il carcere di Bilibid a Manila nelle Filippine
La bambina ha subito contusioni su tutto il corpo, ma non è stata violentata e il Direttore della struttura carceraria Franklin Gesù Bucayu ha detto che il sospetto è caduto su Norvin Domingo, che si trova in carcere  per rapina a mano armata dal luglio del 2012.

Domingo ha invitato la bambina ad andare nel parco con lui verso le ore 14 ed è stata trovata priva di sensi all'interno della camera comfort della Cappella cattolica romana e non aveva la biancheria intima e aveva una corda legata intorno al collo.

Secondo una relazione medica da parte del laporatorio criminale filippino, la bambina non è stata violentata e un testimone ha visto la ragazza camminare nella camera comfort della chiesa con un detenuto identificato come Norvin Domingo, 34, membro del Bahala Na Gang.

La bambina è stato portata subito all'Ospedale NBP. De Lima e ha potuto essere salvata, se si tardava avrebbe trovato la morte.

Il detenuto è stato subito rimosso dalla cella del Bahala Na Gang, Domingo era stato condannato a 8 anni di carcere per rapina, ora la polizia sta indagando e sta prendendo in considerazione anche le negligenza da parte degli ufficiali della prigione.

Nel frattempo, Bucayu Domingo è stato portato nella cella disciplinare in attesa della presentazione di un procedimento penale contro di lui.

Intanto nelle Filippine si torna a parlare del carcere di Bilibid, che era finito su tutti i giornali qualche settimana fa, per i molti privilegi che erano concessi ai detenuti e ora si torna a parlare di giustizia e di un sistema carcerario tutto da rivedere.
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Nel prossimo viaggio, non dimenticatevi di visitare Manila, la capitale delle Flippine

Solitamente con gli aerei si arriva a Manila e subito ci si vuole avventurare verso il sud, ma ritengo che trascorrere un po’ di tempo anche nella capitale delle Filippine sia fondamentale, perchè si può scoprire una cittadina con diversi luoghi incantevoli da visitare. 


Manila: Chiesa di Sant'Agostino
Per visitare Manila si può usare il famoso trasporto pubblico ossia la jeepney che sono lunghi furgoni passeggeri che sono stati ricavati dalle jeep dell'esercito americano e ogni autista decora la propria Jeepney con la Union Jack o la bandiera a scacchi sul cofano, le fiamme o qualche striatura lungo le fiancate e scritte di affidamento a Dio sul parabrezza e il nome della fidanzata sul cruscotto ben visibile a tutti. 

Quando si entra si dice al conducente il luogo dove si vuole andare e lui sorridendo vi fa accomodare e vi porta dove gli avete detto. 

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