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Andrew Scott ha preparato un libro sulla navigazione in Indonesia

Avendo acque indonesiane esplorato per un decennio, Andrew Scott ha esplorato le acque indonesiane per un decennio e recentemente ha condiviso la sua conoscenza nel libro "Cruising Guide to Indonesia".

Entro il 2017 esce un secondo libro con altre indicazioni per diverse isole indonesiane
Preziosi consigli per la navigazione in Indonesia

Attualmente ha la residenza a Bali e possiede la licenza da capitano "US Coast Guard" e lavora portando i turisti e gli indonesiani con barche a vela o navi, tutti lo conoscono e si affidano alla sua esperienze nelle acque indonesiane e anche i colleghi marinai, lo cercano quotidianamente, per chiedere consigli.

Lui ha svelato di non aver mai avuto intenzione di scrivere un libro, ma durante la navigazione su di una barca a vela privata ho notato tante cose che non andavano e nemmeno la tecnologia e le carte erano precise quindi ha voluto iniziare a prendere nota di tutto e fornire mappe nel suo libro che sono la collezione personale, raccolta nel corso degli anni e che può servire a tutti come guida durante la navigazione.

Molte volte intere scogliere, scogli e isole sono completamente assenti dai grafici e possono creare enormi pericoli per la navigazione, la maggior parte dei paesi hanno già una guida per la navigazione, mentre all'Indonesia mancava e lui ha riempito questo spazio.

Andrew Scott ha compilato mappe da Aceh a Papua, e ha aggiunto tanto materiale per i navigatori che vogliono viaggiare in sicurezza in giro per l'Indonesia, in questo libro, i marinai possono trovare informazioni complete e dettagliate con consigli sugli ancoraggi e i dati sulla profondità dell'acqua, gli scogli pericolosi, i segnali per i cellulari.

Sebbene la maggior parte delle barche moderne e yacht sono dotate di mappe aggiornate dal satellite, Andrew Scott ha detto che nel suo libro ha fornito informazioni che non sono disponibili sulle mappe e nei grafici.

Diversi yacht si sono arenati nel 2015 nelle isole di Anambas, la maggior parte del lavoro va fatta prima di lasciare la banchina, conoscere lo stato del vento, la marea, le correnti ossia cercare di prevedere il futuro, cosa ti aspetta durante la traversata.

Ora Andrew Scott sta preparando una seconda edizione che sarà caratterizzata dalle informazioni sulle isole di Anambas, Natuna, Kai, Tanimbar e Triton Bay e contiene circa 400 mappe con tutti gli ancoraggi e sarà disponibile nei primi mesi del 2017.
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Tre capitani, di imbarcazioni illegali, sono fuggiti

Tre capitani, di pescherecci thailandesi, sono fuggiti dall'Indonesia dopo che le loro imbarcazioni erano state sequestrate con decine di pescatori stranieri, senza permesso, a bordo.


Continua la linea dura del governo verso i pescatori illegali
Pescatori che si stanno imbarcando su un peschereccio
I capitani erano stati arrestati il ​​12 aprile e i loro pescherecci da traino avevano la bandiere malese e stavano pescando al largo di Kalimantan.

I capitani sono fuggiti il ​​7 maggio, dopo aver scalcato il muro del loro centro di detenzione, nel cuore della notte, e ora la polizia e i militari li stanno ricercando, altri otto membri dell'equipaggio thailandese rimangono in detenzione.

Il Ministero della pesca di Jakarta ha detto che 79 membri dell'equipaggio provenienti dalla Cambogia e dal Myanmar sono stati identificati e la maggior parte aveva documenti tailandesi falsi.

Il Ministero degli Esteri della Cambogia ha detto che 54 dei suoi cittadini sono stati trovati sulle barche attirati dal lavoro e dalla promessa di alti stipendi e grandi bonus.

Le autorità indonesiane stanno dando la caccia ai pescherecci stranieri che operano illegalmente nelle acque del paese e il ministro della Pesca, Susi PUDJIASTUTI, ha ordinato che le barche che non hanno i permessi devono essere affondate e i pescatori illegali accompagnati in carcere in attesa di giudizio.

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23 navi, per la pesca illegale, sono state affondate dalla Polizia Marittima

Il Ministro degli affari marittimi e della pesca, Susi Pudjiastuti, ha dato mandato di far esplodere 23 pescherecci stranieri che facevano bracconaggio nelle acque indonesiane.



La polizia navale ne ha fatto esplodere 23
23 navi sono state fatte affondare dalla Polizia 
I comandante della Task Force 115, ha eseguito l'ordine di distruzione delle barche in accordo con i funzionari del Ministero, la Marina e la polizia nazionale.

Il Ministro ha rilasciato un'intervista nella quale ha detto:
"Le barche sono state affondate per far rispettare la legge e per proteggere la sovranità del nostro territorio al fine di garantire il mare e il futuro alla nostra nazione".

13 imbarcazioni erano registrate come Vietnam e 10 provenienti dalla Malesia, queste esplosioni sono avvenute contemporaneamente in sette luoghi alle 11:00 ai sensi della legge sulla pesca n° 31/2014.

In West Kalimantan, due imbarcazioni sono state fatte affondare nelle acque intorno all'isola di Datok, nella reggenza di Mempawah, queste barche erano state sequestrate alla fine di febbraio.

Una decina di barche da pesca provenienti da proveniva dall'isola di Subi e diretti verso le isole Sempadi sono state raggiunte dalla polizia, dopo la segnalazione della popolazione locale di attività illegale.

Due tra queste barche avevano la bandiera indonesiana, nel tentativo di ingannare le autorità, una volta catturate sono state immediatamente fatte esplodere.
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Stati Uniti e Indonesia collaborano contro la pesca illegale

Gli Stati Uniti stanno collaborando per sostenere l'Indonesia nell'applicazione della legge, per far fronte (INN) alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.


La pesca illegale sta diventando un grande problema in Indonesia
Lotta contro la pesca illegale
L'ambasciatore degli Stati Uniti in Indonesia Robert Blake ha detto che il Dipartimento di Giustizia americano sarà coinvolto nei corsi di formazione per i pubblici ministeri e i giudici.

Robert Blake ha detto in un'intervista che molte di queste attività illegali sono collegate tra di loro e se sapremo fermare la pesca illegale, potremo fare progressi su tutte le attività illecite connesse.

I due paesi stanno discutendo per poter avviare un nuovo programma sviluppando la cooperazione tra l'Interpol e l'Indonesia e aiutando l'Indonesia nell'applicazione della legge sulla pesca illegale.

Questi sforzi mirano a confrontarsi non solo sulla pesca non consentita, ma anche nel ridurre le attività illegali come il traffico di droga e di persone, di animali selvatici, il disboscamento e anche i farmaci, perché su queste barche si porta avanti tutto ciò che non è lecito.

Mas Achmad Santosa, capo della task force di prevenzione della pesca illegale (INN), ha detto che c'è ancora molto che deve essere migliorato all'interno del sistema di giustizia penale indonesiano.

Secondo i dati diffusi dalla Banca Mondiale nel 2015, i crimini della pesca costano al paese $ 20 milioni in perdite economiche e la pesca eccessiva ha minacciato circa il 65 per cento delle barriere coralline indonesiane.

Il governo degli Stati Uniti, attraverso un'agenzia di sviluppo, ha lanciato un programma quinquennale sulla pesca sostenibile 33000000 $ che si concentrerà sulla tutela della biodiversità nella zona del triangolo del corallo in Indonesia.

Gli sforzi del governo indonesiano hanno prodotto alcuni risultati, da ottobre 2014 fino a dicembre del 2015, il governo ha fatto affondare 117 barche e ha revocato le licenze commerciali a 15 aziende.

Questa crescente collaborazione marittima tra le due Nazioni sono state il motivo della visita del Presidente Joko "Jokowi" Widodo a Washington nel mese di ottobre dello scorso anno.

La firma di un memorandum d'intesa sulla cooperazione marittima tra le due Nazioni amplia la cooperazione nelle aree marine e approfondisce l'impegno in cinque diversi settori, la sicurezza marittima, l'economia marittima, le risorse marine e la conservazione con la gestione della pesca, la navigazione per le scienze marine e la tecnologia.
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La politica sta uccidendo quelli che fuggono per salvarsi la vita

L'evidenza è sugli occhi di tutti, barche cariche di persone che attraversano in condizioni disumane il mare, profughi esausti e barcollanti che cercano di fuggire dalle isole greche, barche controllate dalla mafia che partono da ogni dove e cercano la speranza di un luogo senza guerra, famiglie disperate che cercano di superare il recinto di filo spinato che separa la Turchia e la Siria, per sfuggire alle battaglie combattute a poche miglia di distanza.


Gli immigrati aumentano e gli Stati rimandano il problema
Barche, cariche di profughi, cercano la salvezza
Tutti i giornali raccontano e a volte fomentano l'odio razziale, ma non dicono le storie che stanno dietro a questi stranieri, raccontano solo i fatti negativi e continuano a creare la caccia al diverso.

Le persone che arrivano chiedono solo ospitalità, tranquillità, sicurezza e la possibilità di una vita migliore, ma siamo noi con la nostra politica che siamo capaci di trasformare la mano tesa in campagna politica.

Secondo l'Onu sono 60 milioni le persone sfollate e l'86 per cento di questi immigrati sono ospitate dai paesi poveri in via di sviluppo.

La paura, la miseria e la violenza regnano sovrani in tutto il mondo dal Marocco, al Myanmar, attraverso il Mar Rosso fino allo Yemen, alla Turchia, alla Bulgaria, alla Grecia e all'Europa meridionale, attraverso il Mar delle Andamane e dal centro al sud America.

Il problema dell'immigrazione è globale e le politiche sui migranti stanno fallendo in ogni parte del mondo si sostituisce l'aiuto con il business e si cerca in tutti i modi la notizia, da dare all'opinione pubblica, che mostri lo straniero, come un mostro, come qualcuno da non aiutare.

Le Convenzione del 1951 sui rifugiati e le altre politiche migratorie nazionali e internazionali, che parlano di fornire rifugio e protezione sicura, sono spettacolarmente insufficienti.

Il quadro internazionale in materia di asilo e aiuto ai rifugiati è limitata dalla volontà politica delle stesse persone incaricate di maneggiarlo e molti paesi se ne lavano le mani o rimandano il problema ad altri.

Tutti gli Stati eludono la loro responsabilità condizionandola alla politica locale.

Anzi parecchi Stati si nascondono dietro finanziamenti umanitarie (che mai arrivano a destinazione) ai campi profughi in Turchia, Pakistan, Libano, Kenya, Etiopia e poi rendono difficile, se non impossibile mettere piede all'interno dei propri confini.

Speriamo presto il mondo possa ritrovare la parola solidarietà e non continui a nasconderla dentro il termine di politica e di business.
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Le motovedette autoguidate sono pronte e tra un anno le vedremo unirsi alla Marina

I funzionari della difesa americana hanno presentato le motovedette autoguidate senza equipaggio, che servono per proteggere da attacchi potenziali e da minacce in acqua e hanno detto che sono quasi pronte e dovrebbero unirsi allla flotta della Marina entro un anno. 


Le motovedette autoguidate
Nelle manifestazioni, ben 13 piccoli pattugliatori senza equipaggio hanno scortato una nave e Robert Brizzolara, programmatore presso l'Office of Naval Research, ha detto che le barche possono decidere da sole quali movimenti fare e una volta che sono avvisate di una minaccia possono lavorare insieme per circondare o bloccare il percorso di una nave avversaria, captandone i movimenti. 

Queste motovedette hanno lo scafo gonfiabili e possono anche sparare perchè dotate di mitragliatrici calibro 50 e sono testate per colpire se chiamate a farlo. 
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