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Ufficio immigrazione di Batam scopre un giro di prostituzione tra i rifugiati

L'ufficio immigrazione di Batam ha scoperto un presunto giro di prostituzione che coinvolge migranti dall'Afghanistan e dal Pakistan, che stavano prendendo rifugio nelle isole di Riau. 


la polizia di Batam ha fermato il protettore e sta cercando di far chiarezza
Indagini fatte dalla polizia di Batam
10 profughi fanno parte di un presunto traffico di prostituzione e tra queste persone indagate dalla polizia di Batam c'è un ragazzo di soli 15 anni, di nazionalità afghana. 

I richiedenti asilo sono stati offerti a uomini e donne da un protettore indonesiano di Batam che chiedeva loro parecchi milioni di rupie. 

Il capo dell'Ufficio immigrazione, Agus Widjaja, ha detto che l'indagine è iniziata a seguito di una soffiata fatta da un anonimo alla fine di luglio e subito sono partite le indagini che hanno messo in luce i vari scambi negli hotel di lusso di Batam

Il protettore è stato identificato nella figura di Bonny Sario che aveva sotto il suo controllo 10 migranti, nove afgani e un pachistano. 

Di queste 10 persone, otto sono richiedenti asilo e due rifugiati in attesa di collocamento in un altro paese.
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La politica sta uccidendo quelli che fuggono per salvarsi la vita

L'evidenza è sugli occhi di tutti, barche cariche di persone che attraversano in condizioni disumane il mare, profughi esausti e barcollanti che cercano di fuggire dalle isole greche, barche controllate dalla mafia che partono da ogni dove e cercano la speranza di un luogo senza guerra, famiglie disperate che cercano di superare il recinto di filo spinato che separa la Turchia e la Siria, per sfuggire alle battaglie combattute a poche miglia di distanza.


Gli immigrati aumentano e gli Stati rimandano il problema
Barche, cariche di profughi, cercano la salvezza
Tutti i giornali raccontano e a volte fomentano l'odio razziale, ma non dicono le storie che stanno dietro a questi stranieri, raccontano solo i fatti negativi e continuano a creare la caccia al diverso.

Le persone che arrivano chiedono solo ospitalità, tranquillità, sicurezza e la possibilità di una vita migliore, ma siamo noi con la nostra politica che siamo capaci di trasformare la mano tesa in campagna politica.

Secondo l'Onu sono 60 milioni le persone sfollate e l'86 per cento di questi immigrati sono ospitate dai paesi poveri in via di sviluppo.

La paura, la miseria e la violenza regnano sovrani in tutto il mondo dal Marocco, al Myanmar, attraverso il Mar Rosso fino allo Yemen, alla Turchia, alla Bulgaria, alla Grecia e all'Europa meridionale, attraverso il Mar delle Andamane e dal centro al sud America.

Il problema dell'immigrazione è globale e le politiche sui migranti stanno fallendo in ogni parte del mondo si sostituisce l'aiuto con il business e si cerca in tutti i modi la notizia, da dare all'opinione pubblica, che mostri lo straniero, come un mostro, come qualcuno da non aiutare.

Le Convenzione del 1951 sui rifugiati e le altre politiche migratorie nazionali e internazionali, che parlano di fornire rifugio e protezione sicura, sono spettacolarmente insufficienti.

Il quadro internazionale in materia di asilo e aiuto ai rifugiati è limitata dalla volontà politica delle stesse persone incaricate di maneggiarlo e molti paesi se ne lavano le mani o rimandano il problema ad altri.

Tutti gli Stati eludono la loro responsabilità condizionandola alla politica locale.

Anzi parecchi Stati si nascondono dietro finanziamenti umanitarie (che mai arrivano a destinazione) ai campi profughi in Turchia, Pakistan, Libano, Kenya, Etiopia e poi rendono difficile, se non impossibile mettere piede all'interno dei propri confini.

Speriamo presto il mondo possa ritrovare la parola solidarietà e non continui a nasconderla dentro il termine di politica e di business.
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