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I 4 ostaggi indonesiani tornano a casa in buona salute

I quattro marinai indonesiani che sono stati rapiti dal gruppo terroristico di Abu Sayyaf, nelle Filippine, hanno potuto riabbracciare le loro famiglie, dopo essere stati tenuti in ostaggio per 25 giorni.


I quattro marinai sono rimasti in ostaggio dei terroristi, nelle Filippine, per 25 giorni
Il rientro dei 4 marinai rimasti in ostaggio nelle Filippine
Il ministro degli Esteri, Retno LP Marsudi, durante la cerimonia, fatta per il rilascio degli ostaggi, ha annunciato che i 4 marinai sono stati sottoposti a esami medici presso l'Ospedale Gatot Subroto Army Centrale (Rspad) ed i risultati hanno confermato che stanno bene.

Il Presidente Joko "Jokowi" Widodo ha seguito con grande attenzione questa vicenda e ora è felice che i marinai siano tornati in Indonesia e siano in buona salute.

Nel suo intervento, il ministro ha ringraziato tutti coloro che sono stati coinvolti nelle operazioni di rilascio, dando menzione speciale ai militari indonesiani (TNI) e al governo filippino per gli sforzi comuni che alla fine sono stati premiati.

I quattro marinai sono stati liberati dal gruppo terroristico l'11 maggio e collegati con le autorità locali a Sulu, dopo un breve controllo sanitario, il governo filippino ha ufficialmente consegnato gli uomini a una nave da guerra indonesiana nelle acque confinanti tra i due paesi.

Accompagnati da un gruppo di funzionari indonesiani, i 4 marinai hanno continuato con una barca verso Tarakan, Nord Kalimantan, prima di volare dall'aereoporto Halim Perdanakusuma a East Jakarta, l'equipaggio è arrivato alle 10:20 di Venerdì 13 maggio 2016 su un Air Force Boeing 737-200.

I militari TNI, tra cui il comandante Gen. Gatot Nurmantyo, uniti al ministro degli esteri hanno dato il benvenuto ai marinai di nuovo sul suolo indonesiano.

Dieci membri dell'equipaggio erano a bordo del rimorchiatore Henry e della chiatta Christie e stavano viaggiando attraverso le acque malesi e filippine, quando sono stati dirottati da un gruppo terroristico il 15 aprile.

Al momento dell'attacco, sei marinai sono riusciti a fuggire, uno di loro è stato ferito da un colpo di pistola e i restanti quattro sono stati presi in ostaggio dai militanti.

Il ferito era tornato in Indonesia l'11 maggio dopo aver subito un trattamento nell'ospedale di Tawau nelle Filippine.

Ci auguriamo che in futuro non avvengano più simili incidenti, non sono stati svelati i dettagli che stanno dietro a questo rilascio anche se il governo e la società hanno detto esplicitamente che non hanno pagato nessun riscatto per ottenere la liberazione dei membri dell'equipaggio, l'importante ora è che i marinai sono nuovamente in Indonesia.
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Il Canada vuole portare 25.000 rifugiati siriani

Il Nuovo governo liberale del Canada annuncerà i dettagli di come intende reinsediare 25.000 rifugiati siriani.


Un tweet del Ministro dell'immigrazione fa tremare i governatori repubblicani
Il primo ministro Justin Trudeau e la moglie Sophie Gregoire
Il nuovo primo ministro Justin Trudeau non ha fatto marcia indietro da un impegno per portare 25.000 rifugiati siriani in Canada dal 31 dicembre nonostante parecchie persone siano contrarie soprattutto dopo gli attentati mortali avvenuti a Parigi.

Il ministro dell'Immigrazione John McCallum ha mandato un tweet a tutte le persone dove invita a "stare sintonizzati su ciò che il governo ha intenzione di fare".

Questo annuncio farà alzare l'allarme negli Stati Uniti, dove molti governatori repubblicani hanno detto che non vogliono nessun rifugiato siriano.

Brad Muro, il premier conservatore della provincia di Saskatchewan, dice che questo piano dovrebbe essere scartato per motivi di sicurezza mentre il Premier del Québec Phillipe Couillard dice che il suo governo ha già stanziato fondi per aiutare 3.600 persone.

Polemiche, paure, per fortuna qualcuno ha il coraggio di guardare in faccia chi ha bisogno e dare risposte di accoglienza.
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Il presidente indonesiano risponde al mondo: la pena di morte non si tocca

Respingendo tutte le polemiche e i clamori che sono stati suscitati dalle esecuzioni di cinque cittadini stranieri, condannati per i reati di droga, il governo indonesiano resta convinto nella pena di morte per i trafficanti di droga.


Il ministro degli Esteri ha ribadito che ogni paese deve poter fare le propria politica interna nel bene dei suoi cittadini
Tabella riassuntiva della pena di morte in Indonesia
Il ministro degli Esteri Retno LP Marsudi ha detto che il governo indonesiano ha chiesto che i paesi rispettino la ferma posizione dell'Indonesia contro i trafficanti in quanto la droga sta dilagando nel paese facendo tante vittime.

Il governo aveva respinto un appello del ministro degli Esteri australiano Julie Bishop, che aveva chiesto clemenza per i due cittadini australiani, Andrew Chan e Myuran Sukumaran, entrambi trafficanti di droga e condannati alla pena di morte.

Retno LP Marsudi ha risposto con una lettera dove ha spiegato che la politica indonesiana non faceva altro che applicare la legge e che coloro che entrano in Indonesia devono conoscere e rispettare e poi ha aggiunto che sperava che questa cosa non influisse nei rapporti diplomatici tra Jakarta e Canberra, che in diverse occasioni durante l'anno sono diventati tesi.

L'Australia ha cercato in tutti i modi di salvare i due detenuti, entrambi coinvolti nel caso "Bali Nine", dove nel 2005 il governo indonesiano ha sventato il tentativo di contrabbando di una grande quantità di droga dall'Indonesia all'Australia.

Il Brasile e l'Olanda hanno richiamato i loro ambasciatori per protestare contro l'uccisione dei loro cittadini, Retno LP Marsudi di fronte a queste pressioni ha detto di voler mantenere la comunicazione, e l'amicizia, ma far vedere a tutti che questo è un problema grave che interessa la vita delle persone indonesiane e quindi non possiamo avere nessuna clemenza.

I dati dell'ufficio del procuratore generale (AGO) hanno registrato che tra il 2004 e il 2014, 64 trafficanti di droga sono stati messi a morte, sette dei quali sono stati eseguiti e lo scorso dicembre, il presidente Joko "Jokowi" Widodo ha respinto le richieste di clemenza per i 64 trafficanti di droga attualmente nel braccio della morte.

Infine Retno LP Marsudi afferma che gli altri stati devono capire che non possono interferire nella politica interna, e tali richiami servono come risposta per la domanda del pubblico nei loro paesi, una domanda simile la nostra gente la fanno quando i nostri cittadini devono affrontare la decapitazione all'estero.
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Il parlamento giapponese ha rieletto come primo ministro Abe

Shinzo Abe è stato rieletto dal parlamento giapponese per un altro mandato come primo ministro, grazie alle sue strategie "Abenomics" che hanno contribuito a rilanciare il Giappone come la terza potenza economica del mondo.


Il parlamento vuole continuare sulla linea di Abe e la sua spinta positiva all'economia
Il parlamento ha rieletto primo ministro Abe
Abe ha nominato un ex ufficiale militare, Gen Nakatani, come ministro della Difesa e ha riconfermato gli altri membri del suo precedente gabinetto.

Il rituale prevede che indossino un abbigliamento formale durante la presentazione cerimoniale all'imperatore Akihito.

Abe ha vinto con 328 voti su 470 in una sessione speciale della Camera e i liberaldemocratici hanno 326 seggi dalla Camera inferiori, ma altri due legislatori dell'opposizione si sono espressi a favoe di Abe.

Gli analisti hanno detto che la gestione di Eto è stata troppo debole e che c'è bisogno della figura di Abe che sa gestire le questioni spinose e sa dare le giuste risposte ai problemi.

Nakatani, laureato presso l'Accademia Nazionale di Difesa, ha raggiunto il grado di tenente prima di lasciare l'esercito, ha servito come ministro della difesa sotto l'ex primo ministro Junichiro Koizumi e sostiene un ruolo più forte per i militari del Giappone, che è vincolato da impegno del paese per il pacifismo sotto la Costituzione redatta dalle forze di occupazione americane in seguito alla sconfitta del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale.

Abe vuole in questo mandato fare una revisione completa della costituzione, come parte del suo sforzo di fortificare l'esercito militare del Giappone, dopo aver già rivisto le politiche che consentono di difendersi se vengono attaccati.

Due anni dopo il suo primo insediamento, Abe affronta forti aspettative che lo portano a fare immediatamente riforme che stimolino l'economia, aveva lavorato anche come primo ministro nel 2006-2007 prima di uscire a causa di problemi di salute.

L'economia è entrata in recessione l'anno scorso a seguito di un aumento delle tasse di vendita in aprile all'8 per cento dal 5 per cento e Abe ha comunque rimandato fino al 2017 un aumento delle tasse che era previsto per ottobre 2015.

Nel frattempo, la banca centrale ha intensificato gli acquisti di beni fino a 80 trilioni di yen (663 miliardi dollari) l'anno, per stimolare la crescita più rapida.

La sfida più grande è sempre l'industria privata e Abe vuola aumentare in modo significativo i salari, mentre si fa fatica a contenere i costi per competere con le altre economie, gli aumenti magri, negli ultimi due anni, non hanno tenuto il passo con l'inflazione e una ripresa della domanda dei consumatori è necessaria per agevolare la crescita su un percorso sostenibile.
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