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6 persone sono state fustigate in piazza per atti osceni e gioco d'azzardo

L'amministrazione di Banda Aceh ha tenuto una fustigazione pubblica per punire sei persone per atti osceni e il gioco d'azzardo, tutte attività vietate dalla statuto della Sharia di Aceh, conosciuto localmente come Qanun.


Il sindaco ha invitato a riflettere e a non commettere errori
6 persone hanno ricevuto la fustigazione
Due studenti universitari, Wahyudi Saputra, 23 anni, e Nur Elita, 20 anni, della reggenza di Sieule, sono stati fustigati per aver commesso khalwat (hanno avuto un contatto affettuoso in pubblico, senza essere sposati).

Quattro uomini invece sono stati giudicati colpevoli di aver violato un qanun 2003 che proibisce il gioco d'azzardo, tutti sono residenti nel sottdistretto di Meuraxa, Banda Aceh e sono: Asrul bBin M. Daud, 52 anni, Khaidir Bin Daud, 50 anni, Yoserizal Bin Dahyuzar, 45 anni, e Mukhlis Bin Ramli, 43 anni.

Le pene sono state date nel cortile della moschea Baiturrahim a Banda Aceh, con la testimonianza fatta da un centinaia di persone, tra cui il vicesindaco di Banda Aceh, Zainal Arifin.

Ognuno dei detenuti ha ricevuto cinque colpi per le loro violazioni, il primo ad essere punito è stato Nur Elita, la folla presente ha fatto sentire la propria voce quando ha visto i condannati salire sul palco per la fustigazione.

Il sindaco ha spiegato alla folla che queste punizioni non sono spettacolo, ma devono servire da monito e lezione per tutti e ha detto che spera che questa fustigazione possa essere l'ultima, ha esortato la comunità a prevenire qualsiasi violazione della Sharia.

Infine ha invitato il pubblico a non isolare quelli che sono stati condannati e ha invitato i condannati a non ripetere gli stessi errori.

Banda Aceh è l'unica provincia in Indonesia che attua il sistema basato sulla sharia e la fustigazione è stata fatta la prima volta nel 2003 quando la provincia ha ottenuto l'autonomia.
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Pakistan: uomini armati uccidono 4 rangers addetti alla sicurezza della moschea

Uomini armati in motocicletta hanno aperto il fuoco nella città più grande del Pakistan, Karachi, uccidendo quattro membri delle forze di sicurezza schierate a guardia della moschea.


A Karacki si continua a morire, 4 guardie hanno perso la vita
Basta con le stragi e le violenze
Tre dei rangers paramilitari sono stati uccisi sul posto e Munir Ahmed, ufficiale di polizia che sta indagando su questo incidente, ha detto che il quarto è morto in ospedale.

Secondo una prima ricostruzione ricostruzione, i rangers erano all'interno di un veicolo, parcheggiato vicino alla moschea, quando gli assalitori hanno aperto il fuoco e per loro non c'è stato nulla da fare, ma con la loro vita hanno salvato da una possibile strage nella moschea o nel vicino seminario.

Infatti gli aggressori probabilmente hanno cercato di indirizzarsi verso la moschea, ma dopo il conflitto a fuoco con i rangers si sono dati alla fuga, non riuscendo nel loro intento.

Karachi è la capitale della provincia meridionale di Sindh nel Pakistan ed è stata in passato oggetto di frequenti attacchi da parte dei militanti estremisti.

Si continua a morire, quando l'uomo proverà la bellezza del vivere e dell'aiutarsi, siamo su questa terra per poco, godiamoci bene i nostri giorni e smettiamo di essere seminatori di violenza e terrore.
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Il popolo indonesiano festeggia i 70 anni di Indipendenza, invocando la benedizione di Dio

Non molti indonesiani sanno che la Istiqlal (Grande moschea di Jakarta) è il punto di riferimento della celebrazione dell'Indipendenza e il suo nome, Istiqlal è derivato da una parola araba che significa "Indipendenza".


Il cammino per l'Indipendenza è stato lungo, ma ora va difeso con grande fierezza e gioia
70 anni di Indipendenza per l'Indonesia
Secondo H. Mubarok, il capo della moschea di Istiqlal, la moschea porta un messaggio di gratitudine da quando è stata fondata.

"La moschea è il simbolo indonesiano di gratitudine per la benedizione di Dio al suo popolo e la gioia dell'Indipendenza".

La lotta per la libertà dell'Indonesia è stata un lungo viaggio, dopo la dichiarazione fatta il 17 agosto 1945, l'Olanda ha ancora insistito sul fatto che l'Indonesia era parte dei suoi possedimenti coloniali, solo alla fine del 1949 ha definitivamente rinunciato.

Durante la lotta per mantenere l'Indipendenza, la capitale fu spostata da Jakarta a Yogyakarta e solo dopo il 1949 i leader della nazione hanno restituito a Jakarta il titolo di capitale e si sono resi conto che non avevano un vero e proprio punto di riferimento e quindi decisero di costruire la grande moschea.

L'idea di costruire la moschea è venuta nel 1950 ad alcune delle più influenti figure religiose dell'epoca: Wahid Hasyim, il primo ministro per gli affari religiosi, e Anwar Tjokroaminoto, un membro del Partito islamico dell'Unione.

Questi uomini hanno pensato che come nazione nascente, l'Indonesia doveva avere una moschea che sarebbe diventata un motivo di orgoglio e dopo un incontro con diversi altre figure religiose in un edificio chiamato Deca Park Jl. Medan Merdeka Utara, questa assemblea ha approvato il nome Istiqlal e ha nominato Anwar come il capo della Moschea, Fondazione Istiqlal.

Nel 1953 la Fondazione ha presentato l'idea all'allora presidente Sukarno, che l'ha approvata e Sukarno, che era anche un architetto, in seguito divenne capo della giuria per il design della moschea.

Il presidente Sukarno ha selezionato lo schizzo fatto da un architetto, Frederich Silaban, tra diversi altri progetti, trascurando il fatto che era un non-musulmano, ma allora, i gruppi religiosi radicali non esistevano in Indonesia e nessuno protestò e lasciarono fare ad un cristiano la progettazione della moschea.

Sukarno ha poi insistito per costruire la moschea demolendo una fortezza militare olandese che si trovava sopra e sotto il suolo del sito, così come Wilhelmina Park.

Da questa idea alla realizzazione ci sono voluti molti anni e la costruzione della moschea è iniziata solo nel 1961 ed è stata aperta dal Presidente Suharto diciassette anni dopo il 22 febbraio del 1978.

Oggi la moschea Istiqlal è circondata da diversi punti di riferimento religioso: la Chiesa Immanuel, la Cattedrale di Jakarta, e tutte collaborano tanto che la grande moschea di Istiqlal è diventata il simbolo anche della tolleranza religiosa.

Cara Indonesia, è il tuo 70° compleanno e la gente continua a festeggiarti e a gioire come il primo giorno, continua a farci sognare e a lasciare il tuo popolo nella Istiqlal.
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In Svezia continuano a lanciare bombe contro le moschee

La polizia svedese sta cercando una persona, sospettata di aver compiuto il terzo attacco incendiario, in una settimana, contro una moschea.


La polizia sta cercando il criminale che ha lanciato la molotov contro la moschea
Terza bomba incendiaria in una moschea
Il criminale ha buttato una bomba incendiaria, una molotov, sull'edificio in Uppsala e per fortuna al momento del lancio nessuno era presente all'interno della moschea.

Oltre ad aver buttato una molotov ha scritto anche alcune parole razziste volgari e questo crimine è stato classificato come tentato incendio doloso, atti di vandalismo e incitamento all'odio e la polizia ha invitato i testimoni oculari a farsi avanti per fermare questi gesti folli.

Questo attacco arriva dopo tre giorni dalla fiammata in una moschea in Esloev nel sud della Svezia e dall'attacco, avvenuto il giorno di Natale, dove cinque persone sono rimaste ferite, quando una bomba fatta con la benzina è stata gettato attraverso la finestra di una moschea a Eskilstuna, a est della capitale Stoccolma.

L'attacco di Natale è stato definito, dal primo ministro del Paese Stefan Loefvenun, una "violenza odiosa" e ha detto la Svezia non tollera questo tipo di reati, ma sono dodici gli attacchi alle moschee, in Svezia, fatti nel corso del 2014.

Questi attacchi vengono, dopo un acceso dibattito nel paese, sul tema dell'immigrazione e l'integrazione dei richiedenti asilo politico nel paese nordico, tradizionalmente tollerante.
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