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La Cina blocca parecchi siti internet, che sono contrari al regime

Secondo una società di servizi internet statunitense, diversi censori cinesi stanno bloccando l'accesso a diversi siti web popolari, che sono contrari al regime politico cinese. 


Questa operazione viene pagata dal gruppo al potere che non vuole si parli male del governio cinese
Censori cinesi bloccano diti web
La Cina ospita la conferenza mondiale di internet, che riunisce molte delle società tecnologiche più importanti del mondo.
EdgeCast, un affiliato di Verizon, dice che i censori hanno bloccato diverse reti che forniscono server locali per aiutare le prestazioni del sito ad essere veloce.
EdgeCast fornisce ai propri clienti società di software quali Mozilla, la casa editrice The Atlantic e il sistema di gestione dei contenuti Drupal.

Il gruppo di attivisti online di Greatfire.org ieri ha detto di essere stato il bersaglio dell'azione cinese, che ha bloccato molti altri siti che utilizzano EdgeCast, il gruppo consente agli utenti cinesi di internet di accedere a siti web altrimenti bloccati dalla censura cinese.

EdgeCast non ha confermato la dichiarazione di Greatfire.org., che va sotto lo pseudonimo di Charlie Smith e ha dichiarato di aver scelto di utilizzare diverse reti di distribuzione di contenuti, perché sapeva di essere seguito dai censori cinesi.

La Cina dà lavoro a migliaia di censori che bloccano ogni giorno centinaia di siti web e cancellano i messaggi dai social media che si occupano di temi politici delicati e allo stesso tempo, essa sostiene alcuni dei siti online più popolari del mondo, tra cui l'e-commerce Alibaba fondato da Jack Ma e che la forza online della Cina è destinata a trasformare il web.

Al di fuori della sala conferenze, diversi manifestanti sono stati arrestati dopo aver tenuto uno striscione che chiedeva alla Cina di permettergli l'accesso a siti come Google, Facebook e Twitter.
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Jokowi incontra Obama in Cina e spiega che Islam e democrazia possono camminare insieme

Nel suo primo incontro con il presidente americano Barack Obama, il presidente Joko "Jokowi" Widodo ha detto che l'Indonesia è un modello per tutto il mondo, dove l'Islam e la democrazia camminano mano nella mano.


Incontro di Jokowi con Obama
Nel loro incontro a margine del vertice Asia Pacific Economic Cooperation (APEC) a Pechino in Cina, Jokowi ha detto che l'Indonesia, ha la maggior parte della popolazione di religione musulmana e ha illustrato che le ultime elezioni presidenziali hanno dimostrato che l'Islam e la democrazia possono lavorare insieme senza problemi.

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La Cina ha superato gli Stati Uniti e ora è la prima potenza economica del mondo

Il Fondo Monetario Internazionale afferma che la Cina ha superato l'America ed è diventata la più grande potenza economica del mondo, infatti gli ultimi dati che sono stati emessi fanno notare subito che l'economia cinese vale 17.610 miliardi di dollari rispetto ai 17.400 miliardi di dollari degli Stati Uniti. 


La Cina supera gli Stati Uniti
La Cina negli ultimi dieci anni ha avuto una grande impennata in tutti i settori e questo anche grazie alla sua rapida industrializzazione e ora le prime stime prevedono che entro il 2019 otterrà circa 26.980 miliardi di dollari e la porterebbero addirittura al 20 per cento in più di quella statunitense, che si prevede avrà un valore di circa 22.300 miliardi di dollari

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La rupia indonesiana vale poco come moneta

La rupia indonesiana è tra le moneta con più basso valore in Asia, ma le attività indonesiane rimangono attraenti infatti gli analisti dicono che la stima bassa significa rendimenti aggiuntivi sugli investimenti, dagli utili sui cambi.


La rupia indonesiana
La rupia indonesiana ha la valutazione più economica tra le nove principali valute asiatiche nominali, in base al loro cambio effettivo reale (REER), secondo i dati compilati dagli strateghi della Banca ANZ rilasciato il 23 settembre. 

Persino le obbligazioni indonesiane sono ritenute le più economiche e il patrimonio dell'Indonesia è considerato il secondo più economico di tutta l’Asia, dopo la Cina, in base alle loro valutazioni reali, con le Filippine e la Thailandia che sono state valutate come le più costose. 

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