Un funzionario governativo ha fatto sapere che sono saliti a 11 gli stranieri che sono morti annegati a Bali da gennaio a novembre di quest'anno.
Fate attenzione all'oceano si rchia di perdere la vita |
La maggior parte delle vittime sono annegate mentre stavano facendo avventure in mare durante la loro vacanza, senza nessuna guida e molte volte andando nei posti più pericolosi.
Le vittime provenivano dall'Australia, dalla Malesia, dall'India, dalla Cina, dai Paesi Bassi e dalla Germania.
Bali è sempre stato considerato un piccolo gioiello nell'arcipelago indonesiano e tutto il mondo lo venera come un paradiso tropicale, meravigliose spiagge bianche, onde giuste per i surfisti, maestosi vulcani per escursioni, vegetazione lussureggiante e gente cordiale e dolce che sa accoglierti e farti trovare a tuo agio.
Questa descrizione valida fino a qualche anno fa, pian piano sta venendo meno, in quanto aumentano gli incidenti mortali e anche la criminalità inizia a fare la sua comparsa in questi luoghi, certo usando la testa si puó andare in tutto il mondo, ma a volte si esce di casa e ci si sente padroni dei posti che si va a visitare e allora iniziano i problemi e a volte qualche avventura viene punita con la morte.
Secondo i dati forniti dalla polizia di Bali nel 2014 circa 350 persone muoiono ogni mese sulle strade di Bali e molti visitatori muoiono facendo avventure off limits o per intossicazione alimentare o per annegamento e il terrorismo inizia a farsi largo e tutti ricordano quel 12 ottobre 2002, quando una serie di bombe esplose nel centro di Kuta ha ucciso più di 200 persone, poi nel 2005 altre due bombe hanno ucciso un’altra decina di persone sempre in Kuta e Jimbaran Bay.
Questo non deve spaventare chi organizza una vacanza in questi luoghi, serve solo a farci riflettere sul nostro modo di fare i turisti e cercando anche fuori dalle nostre case un comportamento adeguato e l'attenzione a farci consigliare i posti da chi vive ogni giorno in questi paradisi naturali.
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