Il primo ministro malese Najib Razak ha confermato che l'ala trovato su un'isola nell'Oceano Indiano occidentale fa parte del Malaysia Airlines Flight MH370 e aggiunge un pezzo fondamentale del puzzle del Boeing 777 e della scomparsa avvenuta 17 mesi fa.
Ritrovata ala, presumibilmente delMalaysia Airlines MH370
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Questo ritrovamento, fatto il 9 luglio, potrebbe avvalorare la tesi delle autorità che continuano a ripetere che l'aereo è precipitato, ma la totale assenza di qualsiasi residuo aveva creato molti dubbi, non solo da parte delle famiglie dei passeggeri, ma anche di alcuni esperti.
Questa ala sarebbe la prima prova concreta di un incidente, anche se non può essere la prova inconfutabile, ma dimostrerebbe il volo MH370 della Malaysia Airlines si è schiantato nell'Oceano Indiano.
Le autorità ora stanno lavorando alla teoria che l'aereo si è trovato a corto di carburante, ma ci sono molte altre teorie su come il volo si sia concluso.
Alcuni analisti sostengono che l'apparente mancanza di danni al relitto indica un atterraggio controllato sul mare da qualcuno che voleva che affondasse intatto, scomparendo senza lasciare alcuna traccia.
Un'altra spiegazione del motivo per cui la ricerca di aria e di mare di sei settimane che copre 4,6 milioni di chilometri quadrati (1,8 milioni di miglia quadrate) della superficie dell'Oceano Indiano meridionale dall'inizio dello scorso anno non sia riuscito a trovare nulla è perchè l'aereo si sia immerso in acqua in verticale, spezzando entrambi le ali, ma conservando la fusoliera.
Geoff Dell, un ex Australian Airlines, investigatore sulla sicurezza aerea e attuale capo delle inchieste sugli incidenti alla Central Queensland University, ha detto che un solo pezzo di relitto potrebbe contenere una moltitudine di indizi ed eventuali deformazioni strutturali potrebbero indicare l'angolo di impatto.
Analizzando la forza distruttive i ricercatori potrebbero farsi un'idea di quello che devono ancora cercare sul fondo dell'Oceano Indiano.
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